Isis: torture e violenze ai ragazzini rapiti e addestrati come terroristi

di Stefania Arpaia

 Kobane. Agghiacciante la denuncia di Human rights watch sui ragazzini rapiti e trasformati in perfetti terroristi dal regime Isis.

Si tratterebbe di giovanissimi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che, sequestrati nei pressi di Kobane, sarebbero stati rapiti per partecipare ad un vero e proprio addestramento terrorista della durata di 4 mesi.

Il gruppo islamico rapì, lo scorso 29 maggio, 250 studenti che da Aleppo facevano ritorno a Kobane, dopo aver frequentato le lezioni. Le ragazze sono state rilasciate subito, mentre i maschi sono tornati liberi un po’ alla volta. Il regime islamico ha cercato di plagiare la loro mente con innumerevoli armi: tortura, percosse, scariche elettriche.

L’associazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani ha denunciato l’accaduto grazie alla testimonianza di molti giovani, che liberati, hanno raccontato le violenze subite. Condotti in Turchia, riceveranno assistenza fisica ma soprattutto psicologica.

“Un giorno – racconta uno dei quattro ragazzi con cui Human rights watch è entrata in contatto – uno di noi ha invocato sua mamma. Lo hanno portato in un’altra stanza, appeso, con polsi e piedi legati e gli hanno detto che doveva invocare Allah, non sua madre”.

“Nei campi islamici era proibito parlare curdo- racconta un altro rapito -i pasti venivano forniti due volte al giorno, mentre la doccia era concessa una volta ogni due settimane. Chi non seguiva il programma veniva picchiato. A volte ci picchiavano anche senza motivo. Ci facevano imparare a memoria versetti del Corano e chi non ne imparava a sufficienza veniva percosso. Se qualcuno cercava di scappare, venivamo puniti tutti, non solo con botte, ma anche con diminuzione delle razioni di cibo”.

Secondo le testimonianze raccolte, sembra che insegnanti e sequestratori siano per la maggior parte siriani, oltre che uomini provenienti dalla Giordania, dalla Libia e dalla Tunisia. Costretti a pregare cinque volte al giorno, i curdi dovevano guardare video di decapitazioni, torture e combattimenti. Una volta terminato l’addestramento, i terroristiconcedevano una piccola somma di denaro e dei dvd con materiale di propaganda ai giovani lasciati liberi.

In base a quanto riferito dall’associazione umanitaria, la vicenda dei 153 ragazzini di Kobane non sarebbe un caso isolato.

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