Il Cairo. Giornata difficile per l’Egitto, colpito da una serie di attacchi terroristici molto gravi dentro e fuori i confini nazionali.
Una bomba (ma c’è chi parla di due ordigni) è esplosa su un vagone della metropolitana del Cairo mentre il convoglio stava per arrivare alla stazione di Heymet el-Zaytoun, nella zona nord-orientale del Cairo. Il bilancio è per ora di almeno 13 feriti, molti dei quali sono rimasti feriti nella calca della folla in fuga dalla stazione. Secondo il portavoce della metro cairota, Ahmed Abdel Hadi, l’ordigno era piazzato sul porta valigie e ha completamente distrutto il tetto del secondo vagone del convoglio. La stessa stazione è stata teatro di un attentato il 25 giugno scorso che causò il ferimento di 8 persone.
L’attacco arriva proprio nel giorno in cui un’autobomba è esplosa vicino all’ambasciata egiziana a Tripoli, in Libia. L’Egitto è stato accusato più volte di aver partecipato ai raid aerei contro le milizie filo-islamiche in Libia e l’attacco potrebbe essere collegato a questa scelta. “I Paesi arabi sono di fronte a un pericolo serio e devono unire gli sforzi per sradicarlo: la mappa del terrorismo si allarga oggi più che mai”, ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.
Ma a rendere il clima ancora più teso aveva contribuito anche l’attacco di ieri sera a una motovedetta della Marina militare egiziana, assalita da quattro imbarcazioni ‘ostili’ che hanno aperto il fuoco, dando alle fiamme una nave militare a circa 40 miglia dal porto di Damietta, nel Mediterraneo. Nell’attacco sono rimasti feriti cinque marinai, mentre altri 8 risultano dispersi in mare.
La motovedetta stava effettuando un pattugliamento di routine, quando è stata attaccata in mare aperto da uomini armati. Ne è scaturito uno scontro a fuoco, che ha reso necessario l’intervento dell’aviazione. Le forze marittime e quelle dell’aviazione hanno quindi affondato le quattro imbarcazioni e arrestato 32 persone. Altre 40 sono state fermate oggi a Ezbet el Borg, vicino a Damietta, e interrogate. Si tratta del primo attacco contro la Marina egiziana e secondo alcuni media egiziani ci sarebbero stati degli stranieri, forse “membri dello Stato islamico”, tra gli assalitori. Anche l’esercito ha confermato la natura “terroristica” dell’attacco.
Le forze armate e dell’ordine egiziane sono nel mirino dei terroristi, con un crescendo di attentati soprattutto dalla deposizione dell’ex presidente Mohammed Morsi, membro dei Fratelli Musulmani, nell’estate del 2013. Il più grave lo scorso 24 ottobre, quando almeno 30 militari sono rimasti uccisi in una serie di attacchi nel nord del Sinai, dove è attivo il gruppo jihadista Ansar Beit al-Maqdis, che ha recentemente aderito alla causa dell’Isis. Proprio oggi uno dei vertici del gruppo jihadista egiziano è stato arrestato insieme ad a 26 altri “elementi terroristi e criminali” nel quadro delle operazioni delle forze armate nel nord del Sinai e nei governatorati di Suez e del Delta del Nilo.
I terroristi sono tornati a colpire anche nella penisola del Sinai, dove in due attacchi sono stati uccisi due agenti e tre soldati egiziani. Nel primo, un commando armato ha costretto due agenti di polizia a scendere dalla loro auto, prima di ucciderli a colpi d’arma da fuoco. Il secondo attentato è stato compiuto invece da un altro gruppo armato che ha ucciso tre soldati che si trovavano a bordo di un taxi.