Sos per “Francesco ‘o puveriello”

di Antonio Arduino

 AVERSA. Solidarietà, una parola che ad Aversa è di moda, tante sono le iniziative che mirano a dare aiuto a chi soffre per le più diverse malattie e condizioni sociali.

In questi giorni si susseguono le manifestazione e gli eventi promossi per dare una mano a chi ne ha bisogno, indirizzate il più delle volte a persone che vivono lontano dalla città dimenticando che basterebbe guardarsi intorno per trovare anche qui chi ha bisogno di aiuto. E’ il caso di un anziano che da qualche tempo ha organizzato la sua abitazione sotto un portico dell’edificio di via Giolitti sede di una banca. Si è sistemato esattamente davanti all’entrata dedicata ai disabili, cosicché la segnalazione del caso umano arriva proprio da loro.

“Ho notato quell’uomo una decina di giorni fa”, racconta uno dei clienti della banca che aveva necessità di accedere da quella porta particolare essendo su sedia a rotelle. “Logicamente la sua presenza mi ha impedito di entrare, così – continua – per evitare discussioni sono andato all’ingresso principale, quello su via Giolitti. Ho suonato ed ho chiesto di poter eseguire comunque l’operazione. Cosa che è stata possibile grazie alla disponibilità degli impiegati che sono venuti fuori per consentirmi di eseguirla”. “Trovandomi li – continua – ho chiesto se avessero fatto qualche cosa per allontanare l’anziano dalla porta dedicata ai diversamente abili e dargli una mano a sistemarsi in maniera dignitosa. Per risposta mi è stato detto che ne avevano segnalata la presenza i vigili urbani”.

Una segnalazione che, ad oggi, non ha avuto effetto. Ma chi è l’anziano e perché si è accampato sotto il porticato? “Mi chiamo Francesco o puveriello”, ha detto, rispondendo alla nostra domanda con voce evidentemente confusa, aggiungendo di avere novant’anni (cosa che non sembra possibile) e che per sette anni è stato ospite del Sagliano da dove sarebbe “scappato” per insofferenza. Quanto alla scelta del luogo in cui abitare, il porticato sembra gli vada bene.

Armato di uno scacciamosche, ricavato tagliando a strisce una pagina di giornale, per mandare via gli insetti che lo tormentano in continuazione, attirati dalla puzza che emana dalle sue masserizie contenute in una carrozzina, aspetta – dice – che arrivi una seconda carrozzina piena di vettovaglie per cambiare di appartamento. Parole che sembrano non avere senso, come di certo non ha senso il dato di fatto che l’uomo abiti sotto quel portico da ormai una decina di giorni senza creare alcun interesse o curiosità né perplessità in chi passa. Perché mentre parlavamo con lui, cercando di capire quale fosse il suo problema così da poterlo aiutare, sono stati in tanti a passare, gettando lo sguardo ma hanno continuato diritto. Possibile che la segnalazione dei dipendenti della banca non sia arrivata? Possibile che nessuno abbia notato Francesco affacciandosi da una delle finestre del palazzo comunale distante una decina di metri?

Considerando il via vai che c’è in quel punto della città dove converge una folla di persone dirette alla banca, alla sala giochi, al cinema, agli uffici comunali, qualcuno deve pur averlo visto dormire sotto il portico. Se così non è stato lanciamo noi l’sos perché le autorità comunali intervengano a portagli aiuto, magari potrebbe farlo l’assessore ai servizi sociali.

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