AVERSA. Salviamo il Sedile di San Luigi. A lanciare lallarme è Giuseppe Lettieri, ideatore e direttore artistico di Aversa Città dArte.
Lo stato di degrado in cui si trova il monumento è davvero vergognoso. Un città dal grande passato come Aversa spiega Lettieri non può permettersi di rinunciare ad una delle più importanti memorie storiche. Infatti il sedile oltre al valore artistico, non rilevantissimo, ha una sua peculiarità storica che lo rende davvero unico. Ne restano visibili in Italia soltanto una mezza dozzina e quello aversano è il più antico di tutti. Come membro della delegazione provinciale del Fai, presieduta da Donatella Cagnazzo e per lAgro da Nunzia Orabona, già presidente di AversaDonna ho provveduto a segnalare il Sedile di San Luigi alliniziativa lanciata su tutto il territorio italiano proprio dal Fai, denominata i Luoghi del Cuore.
Collegandosi a www.iluoghidelcuore.it e cercando Aversa, si potrà votare questo sito, puntando così i riflettori sul monumento e con la possibilità che lo stesso venga adottato e recuperato. Tra laltro, già sei anni fa, durante la seconda edizione di Aversa Città dArte, con un gruppo di volontari e volontarie fu ripulito il Sedile, e in una giornata raccolte circa 1500 firme, che furono protocollate ed inviate al comune, tra le quali quelle di alcuni assessori (che lo sono anche oggi), per salvare il bene storico dalloblio del tempo. Da allora dice Lettieri nulla si è mosso e le condizioni del sito sono soltanto peggiorate. La proposta, perché un bene storico va sempre utilizzato oltre che recuperato è proprio quella di donarlo al Fai, o quanto meno darlo in comodato gratuito, affinché questo sodalizio, che gode ormai di prestigio internazionale, possa stabilire un suo presidio nella nostra città che dia un input ad una politica di recupero dellimmenso patrimonio artistico aversano.
Credo che lAmministrazione Comunale, sottolinea Lettieri pur se presa negli ultimi tempi da frequenti litigi che non fanno di certo bene alla città, possa dare seguito a questa proposta. Del resto, lo stesso sindaco Ciaramella si è dimostrato sempre sensibile verso questo tipo di iniziative. Il restauro poi, trovati i fondi, non costerebbe cifre spropositate, essendo il sito piccolo e non presentando particolari problemi di staticità e di recupero di affreschi o stucchi.
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Ribadisco conclude che questa è una mia idea, spero condivisibile dai più, perché la nostra Aversa ha bisogno di idee e proposte. Ora come di uso in gergo calcistico, attualissimo visto i Campionati Mondiali in corso, la palla passa allAmministrazione per farla sua, e ai cittadini per segnalare sul sito il nostro Sedile di San Luigi.
Brevi cenni storici sui sedili: I sedili o seggi nobiliari erano una antica istituzione dellalto Medioevo tipica dellItalia meridionale. Si diffusero nelle città più importanti del Mezzogiorno. A Napoli ve ne erano sette: quello di Capuana, di Montagna, Nilo, Forcella, Porto, Portanova e Popolo. Nei sedili si riunivano le più importanti famiglie nobiliari per amministrare la città su tutti quei temi non regolati e amministrati direttamente dalla Corona. Queste strutture cessato il loro compito nel Settecento, nei secoli o furono abbattute oppure inglobate in edifici adiacenti. Ne sono rimasti pochissimi ancora visibili, tra cui cito quelli di Sorrento (detto Dominova) del XIV secolo in buono stato di conservazione e sede di un circolo ricreativo, il sedile quattrocentesco di Teggiano in provincia di Salerno, e quello di SantOronzo a Lecce della metà del 500. Tuttavia il più antico, come attestano i documenti, è quello aversano. Fu donato ai nobili aversani dallImperatore Enrico VI, il figlio di Federico Barbarossa, nel 1190. Perché Aversa è semplice spiegarlo. Infatti non va dimenticato che Aversa fu la prima contea Normanna del Mediterraneo. Il primo nucleo di espansione per questi guerrieri venuti dal Nord. Ed era dunque in quegli anni una delle principali città del meridione, come testimonia ancora oggi il suo vasto centro storico. Il sedile fu detto in seguito di San Luigi, per ladiacente chiesa dedicata da Carlo dAngiò allo zio San Luigi dei Francesi (e solo nel 500, con larrivo dei domenicani, la chiesa fu dedicata a San Domenico). La struttura attuale è rinascimentale, mentre il cancello in ferro battuto che circonda ledificio uscì dalla fabbrica artistica di San Lorenzo ad Septimum (complesso benedettino aversano che ai giorni nostri ospita la Facoltà di Architettura della Seconda Università degli Studi di Napoli) nel 1913.