AVERSA. Massimo Mercurio Romano rassegna le dimissioni dallincarico di coordinatore cittadino dellItalia dei Valori di Aversa.
Una scelta che segue lautosospensione dal partito delleuroparlamentare Vincenzo Iovine, anche se Romano ci tiene a precisare: Questa sofferta scelta non deve collegarsi alla decisione dellonorevole Iovine, del quale sono assistente parlamentare. Non ho la presunzione di considerarmi alla stessa stregua di un deputato europeo, ma alla consapevolezza che tantissimi anni di militanza, di impegno, di rispetto di ruoli meritino una considerazione da parte degli organi dirigenti dellIdv che non ho e che non ho mai avuto. Ho sempre palesato la totale disponibilità a farmi da parte, considerandomi sempre lultima ruota del carro dando spazio alle forze nuove e meritevoli di questo partito anche nel governo della città di Aversa della quale, fino alla scelta sofferta di oggi, come anticipato, sono stato coordinatore cittadino.
E giunto il momento di farmi da parte continua Romano e di cercare di fare politica aggregandomi a quanti della società civile si impegnano nelle lotte per il buon governo della città, della Provincia, della Regione, dello Stato Italiano, dando per ovvio e scontata la mia collaborazione allo staff politico dellonorevole Iovine. Pensavo che essere disponibile alla mediazione, alle idee pluralistiche, alla partecipazione democratica, ai processi di crescita del partito, alla lunga ripagasse dagli sforzi profusi allinterno del partito stesso. Non per ultima la raccolta delle firme referendarie ancora in atto. Evidentemente mi sbagliavo e sono sicuro di non sbagliare quando penso che qualcuno, spero non tutti, nel leggere queste mi dichirarazioni tireranno un sospiro di sollievo. Ma in un partito democratico anche questo è da tenere in conto e non sento di dovermi rammaricare.
Dentro di me conclude Romano resto e resterò vicino allideologia di Idv e non al modo in cui essa viene costantemente ignorata e nella vita partitica di tutti i giorni dalle nostre parti e scelgo di allontanarmi per non vedere più mortificata, da incompetenti in mala fede, la mia dignità politica.