AVERSA.Due giorni di ricerche ininterrotte,durante le quali è stato sventrato un negozio di abbigliamento in via Marchione e demolito parte dell’adiacente vecchio deposito dei pullman della Ctp. Ma del superlatitante Michele Zagaria nessuna traccia.
Nessun cunicolo, bunker o qualsiasi elemento che riconduca al potente boss dei Casalesi. Le operazioni delle squadre mobili di Napoli e Caserta si sono così concluse intorno alle 18 di sabato. E ora i proprietari del negozio chiedono i danni.
Le operazioni erano iniziate intorno alle 15 di venerdì pomeriggio quando gli uomini della Mobile, insieme al reparto Catturandi (gli stessi che avevano preso poche ore prima l’altro boss Antonio Iovine, alias ‘O Ninno), facevano irruzione in un negozio di abbigliamento outlet per bambini al civico 8 di via Onofrio Marchione, strada situata nel pieno centro storico della città normanna, che da piazza Crispi porta alla vicina cittadina di Lusciano.
Il negozio, aperto da circa un anno,si trova al pian terreno di una villetta situata accanto all’entrata deldismesso depositoCtp. Sia la villetta che l’outlet appartengono ai coniugi Giuseppe Inquieto e Amalia Abate di Aversa.I poliziotti, con l’ausilio dei militari dell’Esercito e delle ruspe dei vigili del fuoco,bloccavano la zona e smantellavano completamente il negozio, poi scavavano all’interno e in tutta la proprietà circostante alla ricerca di un bunker. Al setaccio anche le fogne e i tetti della zona, da dove si presumeva potesse essere fuggito il latitante. Gli scavi si protraevano per tutta la notte. Il giorno successivo le ruspe si spostavano nell’area Ctp, dove veniva demolito il locale degli spogliatoi. Anche lì le ricerche non davano i frutti sperati. Insomma, quella che sembrava essere una “soffiata” sicura sisarebbe rivelata un buco nell’acqua. Ma il lavoro degli inquirenti non si ferma certamente qui: “Il boss Zagaria – ribadiscono fonti della polizia – ha le ore contate”.
Intanto, attraverso il proprio legale Rosario Pagliuca, i coniugi Inquieto-Abate fanno sapere che le ricerche “non hanno prodotto risultati. Nessuna traccia di rifugi, cunicoli, nascondigli, pareti mobili che potessero ospitare qualcuno.Solo danni ingentissimi alle strutture che saranno quantificati dettagliatamente nei prossimi giorni e il cui risarcimento sarà richiesto agli organi competenti”. Da una prima stima, i danni ammonterebbero a circa 70mila euro. “Ci hanno distrutto il negozio, trattato come dei delinquenti. Noi siamo gente perbene, che lavora”, dice in lacrime la signora Abate.
Lo scavo nell’Outlet in via Marchione -(19.11.10) |
Lo scavo nell’area Ctp (20.11.10) |