AVERSA. La storia di Felicia Barbato finisce prima sui tg regionali e sui principali organi di informazione campani. Ora arriva linterrogazione parlamentare.
Sessantanni, dodici dei quali passati su una sedia a rotelle. Costretta ad essere attaccata per 16 ore al giorno a una macchina per respirare dalla distrofia muscolare dei cingoli, una malattia a carattere degenerativo. Dal 14 gennaio non ha più lassistenza materiale che dovrebbe ricevere per circa sei ore al giorno. In pratica non ha più chi laiuti a vestirsi, a provvedere alla pulizia personale, cucini per lei e faccia tante piccole commissioni che il suo stato di salute le impedisce di fare da sola.
Tutto questo accade perché lAzienda sanitaria deve fare economia per rientrare dal deficit, così mi ha tagliato il budget di cura, vale a dire ha ridotto i fondi assegnati per curare la mia malattia, sia sotto laspetto medico sia sotto quello socio-assistenziale ha detto Felicia. Poche parole, ma sono bastate perché Andrea Sarubbi, giornalista di professione e deputato romano del Pd, eletto nella circoscrizione Campania 1, presentasse un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Ferruccio Fazio. Le manovre economiche scrive lonorevole che, tra laltro, da giornalista ha condotto ledizione 2007 di Telethon succedutesi in questi due ultimi anni hanno considerevolmente ridotto le risorse finanziarie che lo Stato mette annualmente a disposizione per il Servizio Sanitario Nazionale. Tutto ciò ha pesanti ripercussioni, in primo luogo, sui pazienti-utenti che si vedono negare così un diritto fondamentale, sancito dall’articolo 32 della Costituzione sottolinea Sarubbi che chiede al ministro se non ritenga opportuno e doveroso individuare tutte le risorse economiche e finanziarie necessarie affinché i trasferimenti alle regioni siano sufficienti ed adeguati, cosicché queste non si vedano costrette a ridurre i servizi e l’assistenza ai quei malati che più di altri necessitano di assistenza in quanto sofferenti di patologie gravi.
E questo il caso di Felicia e di tanti altri diversamente abili che hanno necessità di assistenza totale. Cosicché in mancanza dellaiuto materiale sono costretti a contare sulla bontà e la disponibilità dei vicini che, però, non sempre possono sostituire lo Stato.