AVERSA. 17 marzo 2011, lUnità dellItalia compie 150 anni, Vincenzo Palumbo compie…cinque mesi.
Nel senso che tanti ne sono trascorsi da quando è stato depositato in un letto del reparto di medicina dellospedale di Piedimonte Matese, assistito costantemente dalla moglie, dopo essere stato efficacemente trattato dai sanitari della rianimazione di quel nosocomio. Palumbo che, per una gravissima crisi respiratoria, il 18 ottobre 2010 aveva fatto ricorso alla cure del pronto soccorso del San Giuseppe Moscati di Aversa, doveva e poteva tornarsene a casa fin dal 22 novembre. A casa, essendo affetto da atrofia multisistemica cerebellare, una malattia rara conosciuta come Msa, sarebbe stato costretto permanentemente a letto (come accade da oltre un decennio) confortato dallaffetto di tutti i familiari e assistito dagli specialisti della rianimazione dellospedale Moscati, ma per mancanza di fondi la dimissione non cè stata.
Eppure lassistenza domiciliare, il cosiddetto ospedale a domicilio tanto decantato come sistema da incoraggiare per abbattere gli alti costi di degenza ospedaliera, necessari a garantire assistenza ai pazienti cronici, era stata chiesta chiaramente dai responsabili del nosocomio in una nota trasmessa il 22 novembre al direttore del distretto sanitario di residenza di Palumbo che prontamente laveva girata alla direzione generale dellAsl ma non cè stato niente da fare. I fondi necessari ad attivare il servizio di assistenza domiciliare non cerano e Vincenzo è stato costretto a restare in corsia dove è assistito 24 ore su 24 dalla moglie che, gioco forza, deve lasciare tutte quante le normali incombenze familiari.
L’appello di Antonello Palumbo del 01.02.11 |
La storia, raccontata dal figlio Antonello a Pupia, era stata ripresa, il 21 febbraio, dalla rubrica del Tg5 LIndignato Speciale di Andrea Pamparana ma la pubblicizzazione dellennesimo caso di malasanità non ha avuto successo. La direzione dellAsl Caserta non si è mossa, non ha attivato comunque il trasferimento domiciliare chiesto dai familiari.
Però cè chi si è sentito toccare il cuore. Parliamo degli specialisti della rianimazione dellospedale Moscati che, secondo notizie non ufficiali, si sarebbero offerti per assistere Palumbo a domicilio, a titolo gratuito. Un gesto di umanità, di solidarietà, di civiltà che merita di essere reso noto perché supera le pastoie burocratiche e lindifferenza di chi dovrebbe rendere possibile lapplicazione dallarticolo 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute come fondamentale diritto dellindividuo e interesse dalla collettività. In un paese che ogni giorno propone raccolte di fondi via sms o via telefono per aiutare quelli che soffrono per ogni genere di malattia o disturbo comportamentale vedere che non cè spazio per risolvere il problema della famiglia Palumbo è inaccettabile.