Donna tetraplegica senza assistenza: appello del padre

di Antonio Arduino

 AVERSA. Nicoletta, quarantotto anni compiuti lo scorso dicembre, affetta da tetraplegia spastica grave che la costringe all’immobilità, le crea disturbi della masticazione, estrema difficoltà a deglutire, ristagno delle secrezioni bronchiali, incontinenza e incapace di parlare ha bisogno di assistenza materiale continua.

Una necessità diagnosticata dagli specialisti dell’azienda sanitaria locale che nel progetto terapeutico-riabilitativo individualizzato stilato specificamente per lei hanno scritto “è necessario un programma d’intervento socio-assistenziale finalizzato a due obiettivi: 1) assistenza nelle attività quotidiane della vita come l’abbigliamento, l’alimentazione, igiene personale, trasferimenti. 2) alleviare la famiglia dal carico assistenziale. Sottolineando che “per la compromissione delle funzioni biologiche primarie e delle funzioni psichiche superiori la giovane non è autonoma, richiedendo assistenza continua”.

Eppure è praticamente senza assistenza se consideriamo che dispone di aiuto materiale (fornito dall’ambito socio sanitario C3) per sole 8 ore settimanali. Da qui l’sos che lanciato nel video dai familiari. E’ una realtà drammatica della quale l’azienda sanitaria si è scaricata affidando, in base alla legge 328/2000, all’amministrazione comunale l’incombenza di fornire assistenza materiale.

“Conosco e comprendo il problema – dice l’assessore alle politiche sociali Vincenzo Lanzetta – ma purtroppo, al momento, non siamo in condizione di fare di più”. “Perché – spiega l’esponente della giunta che è medico di professione – i finanziamenti assegnati dalla legge a questo tipo di assistenza sono limitatissimi e la programmazione viene fatta annualmente. Ne segue che inserire nuovi assistibili ad anno iniziato diventa impossibile, perché i fondi disponibili sono stati già tutti impegnati e non esiste alcuna riserva”. “Purtroppo il caso di Nicoletta – dice l’assessore – ricade giusto in questa fascia, perchè la giovane era stata ospitata, a spese comunali, nell’istituto Cottolengo dove veniva assistita secondo la necessità, 24 ore su 24”.

“Per ragioni familiari la giovane è tornata a casa prima del previsto, così non è stato possibile – puntualizza Lanzetta – riassegnarle il budget di ore di assistenza personale di cui godeva, ma abbiamo fatto il possibile per non lasciarla senza come, purtroppo, sarebbe dovuto accadere”. “Comunque – conclude – non ho difficoltà ad accogliere la richiesta di aiuto e assicurare che con la prossima programmazione faremo di più”.

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