Il caso Di Santo ferma la politica aversana

di Redazione

Nicola GoliaAntonio Di Santo AVERSA. E’ la querelle Di Santo-Golia a fermare la politica aversana. Ciaramella non conferma e non rivela i veri motivi che gli hanno “consigliato” di rinviare la riunione di interpartitico …

… in programma per l’altra sera “per verificare se sussistono ancora i presupposti che tengono insieme la maggioranza di centrodestra”, ma è certo che ai suoi collaboratori più vicini abbia confidato “che non è possibile che si raggiunge un accordo e si chiude una vicenda incresciosa quale quella del litigio tra Golia e Di Santo, concordando il tutto con i vertici del partito, e ci si ritrovi con qualcuno che continua a chiedere la “testa”, lavorativamente parlando, di Di Santo”.

Insomma, Ciaramella non sarebbe costretto a subire una sorta di attacco da parte di Nicola Golia, coordinatore cittadino del Popolo della Libertà e vice presidente dell’amministrazione provinciale di Caserta, personaggio in ascesa nella nomenclatura del partito di maggioranza relativa. Secondo i soliti bene informati, Ciaramella avrebbe addirittura visto una sorta di teorema dietro alla demonizzazione di Di Santo che, ricordiamolo, oltre ad essere amico del primo cittadino, è anche espressione del Gruppo della Libertà che vanta il vice sindaco Nicola de Chiara e tre consiglieri comunali. E sarebbero stati proprio gli esponenti di questo gruppo ad aver minacciato di disertare l’interpartitico se si continuava con l’ostracismo contro Di Santo. Ritornando al presunto “teorema”, ci sarebbe stata una serie di personaggi (più o meno la cordata Golia – Lama con l’aggiunta, questa volta, di un più o meno consapevole Paolo Santulli) che non avevano gradito la possibilità che Di Santo fosse destinato (come in effetti era) all’urbanistica quando sarebbe andato in pensione l’architetto Elio Florio.

“Non capisco – avrebbe sbottato Ciaramella tra i suoi – cos’altro vogliono. Abbiamo convinto Di Santo a fare pubblica ammenda, a chiedere scusa, non gli abbiamo conferito l’incarico all’urbanistica. Ora vorrebbero addirittura farlo licenziare. Credo che nei confronti di Tonino fosse stata tesa una trappola e il mio amico ci è caduto. Ma ora basta, ha pagato già abbastanza, chi non è d’accordo venga fuori pubblicamente e non attraverso le voci di corridoio e le trame di palazzo”.

E, in materia di chiarezza, lo stesso primo cittadino avrebbe anche voluto “sfatare” la voce secondo cui sarebbe stato lui a non volere più il rimpasto in giunta. “E’ stata – avrebbe dichiarato – una decisione congiunta dei vertici del partito. Se il partito lo avesse voluto, me lo avrebbe imposto. Non vedo perché alcuni al nostro interno continuano a dire agli scontenti che la decisione è dipesa solo da me”. Insomma, come già scritto ieri, l’impressione è che nel Popolo della Libertà abbia avuto inizio la resa dei conti con all’orizzonte le elezioni politiche che potrebbero giungere ben prima della naturale scadenza del 2013.

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