“No Banco Posta? Allora aspetta”. La denuncia di una pensionata

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Per non dover sopportare lunghe attese basta diventare titolari di un Banco Posta”. Si è sentita rispondere così la signora Carmela, maestra elementare in pensione che il 19 di ogni mese si reca all’ufficio postale per riscuotere il vitalizio guadagnato con quarant’anni di lavoro prestato al servizio dello Stato.

Un rito che, malgrado gli acciacchi che si ritrova a 71 anni suonati non le peserebbe, se potesse riscuotere quanto dovutole in tempi brevi. “Ma non è così. All’ufficio postale c’è sempre una fila lunghissima, quasi nessuna possibilità di aspettare il turno stando seduti e spesso succede che non vi sia denaro sufficiente a pagare tutti. Specialmente se si va allo sportello al di fuori del giorno stabilito”.

Così racconta l’ex maestra ricordando che l’organizzazione interna all’ufficio prevede la divisione dei pensionati in gruppi, determinati dall’ordine alfabetico, cosicché la riscossione della pensione non avviene per tutti il 16 del mese, come previsto per i dipendenti dell’Enpdap, ma in giorni differenti, determinati dall’iniziale del cognome.

“Come non bastasse – riprende l’ex maestra – se per una ragione qualsiasi succede che il giorno predestinato non si possa andare alle poste si è costretti ad aspettare tempi ancora più lunghi per avere il denaro”. “Perché – spiega – i soldi da distribuire ai pensionati sono contati e non ce ne sono per chi ha saltato il turno. Così bisogna aspettare che gli impiegati racimolino la somma necessaria con i versamenti effettuati e se non ce la fanno si torna a casa a mani vuote, sperando che vada meglio il giorno seguente”.

“Però –continua – le cose non andrebbero così se diventassimo titolari di un Banco Posta, anzi avremmo una corsia preferenziale, come dice a me e a tutti quelli che hanno il mio stesso problema l’impiegato di turno ogni volta che ci lamentiamo del disservizio”.

“Personalmente penso – commenta l’ex maestra – che la mancanza di denaro sia si solo una scusa perché per gli altri clienti il problema non c’è”. “E considerando che si ripresenta quasi ogni mese, ritengo – dice – che nei confronti dei pensionati si adotti una sorta di ostruzionismo, finalizzata a sfiancarli per convincerli a sottoscrivere un contratto di Banco Posta”. “Bisogna – conclude – che qualcuno intervenga”.

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