AVERSA. Perchè ci prendono in giro dicendo che abbattono le barriere architettoniche ma poi fanno i lavori creandone lì dove non ce n’erano.
Questa la domanda della mamma di un disabile su sedia a rotelle residente nel quartiere di Savignano che denuncia linutilità del marciapiede realizzato alcuni mesi fa in via Piave. E così stretto dice che la carrozzina di mio figlio non passa, costringendolo a usare la strada come faceva prima solo che ora è diventata più stretta e pericolosa proprio grazie al marciapiede.
E un dato di fatto che abbiamo toccato con mano e che vi proponiamo in video, ricordando che le norme in materia di larghezza dei marciapiedi stabilite del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con il decreto del 5 novembre 2001 al capo 3.4.6 precisano che La larghezza del marciapiede non può essere inferiore ai 150 centimetri calcolati al netto di strisce erbose, alberature, dispositivi di ritenuta.
Sul marciapiede continua il decreto ministeriale possono comunque trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno, come centraline semaforiche, colonnine di chiamata soccorso, idranti, pali e supporti per lilluminazione e per la segnaletica verticale, nonchè cartelloni pubblicitari, da ubicare comunque in senso longitudinali alla strada. In presenza di occupazione di suolo pubblico localizzate e impegnative, come edicole di giornali, cabine telefoniche, cassonetti, gazebo ed altro, la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà comunque essere non inferiore ai 2 metri.
Dunque, non 80, 90, 100 o 120 centimetri qual è la larghezza di tanti marciapiedi realizzati in città nel rispetto delleliminazione delle barriere architettoniche che a lavori conclusi restano comunque, come accade in via Piave.