Savignano: nuovo marciapiede, nuova barriera per disabili

di Antonio Arduino

 AVERSA. “Perchè ci prendono in giro dicendo che abbattono le barriere architettoniche ma poi fanno i lavori creandone lì dove non ce n’erano”.

Questa la domanda della mamma di un disabile su sedia a rotelle residente nel quartiere di Savignano che denuncia l’inutilità del marciapiede realizzato alcuni mesi fa in via Piave. “E’ così stretto – dice – che la carrozzina di mio figlio non passa, costringendolo a usare la strada come faceva prima solo che ora è diventata più stretta e pericolosa proprio grazie al marciapiede”.

E’ un dato di fatto che abbiamo toccato con mano e che vi proponiamo in video, ricordando che le norme in materia di larghezza dei marciapiedi stabilite del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con il decreto del 5 novembre 2001 al capo 3.4.6 precisano che “La larghezza del marciapiede non può essere inferiore ai 150 centimetri calcolati al netto di strisce erbose, alberature, dispositivi di ritenuta”.

“Sul marciapiede – continua il decreto ministeriale – possono comunque trovare collocazione alcuni servizi di modesto impegno, come centraline semaforiche, colonnine di chiamata soccorso, idranti, pali e supporti per l’illuminazione e per la segnaletica verticale, nonchè cartelloni pubblicitari, da ubicare comunque in senso longitudinali alla strada. In presenza di occupazione di suolo pubblico localizzate e impegnative, come edicole di giornali, cabine telefoniche, cassonetti, gazebo ed altro, la larghezza minima del passaggio pedonale dovrà comunque essere non inferiore ai 2 metri”.

Dunque, non 80, 90, 100 o 120 centimetri qual è la larghezza di tanti marciapiedi realizzati in città nel rispetto dell’eliminazione delle barriere architettoniche che a lavori conclusi restano comunque, come accade in via Piave.

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