AVERSA. Sarà celebrato giovedì 16 giugno il processo a carico di Mario Borrata, il 19enne accusato dellomicidio di Pietro Capone, il 23enne aversano ucciso lo scorso ottobre in piazza Marconi.
Capone, colpito da alcuni fendenti e deceduto poche ore dopo il ricovero allospedale di Aversa, avrebbe agito per difendere la moglie e madre di suo figlio Roberto Pizzo, oggetto di strane ambizioni e fantasie di Mario Borrata, figlio di un uomo finito in carcere con laccusa di legami al clan dei Casalesi. La ragazza, 21 anni, aveva sempre rifiutato le avances, tenendole opportunamente nascoste al marito per evitare ulteriori conseguenze. Ma Capone, alle fine,venuto a conoscenza della situazione, incontrava e affrontava Borrata nel pomeriggio di quel giovedì 14 ottobre. Prima una discussione, poi la violenta lite, fino al tragico epilogo.
Il giovane, che lavorava come imbianchino,veniva attinto da due coltellate alla gola che gli recidevano di netto laorta. Soccorso da unambulanza moriva poco dopo il ricovero allospedale Moscati. Subito dopo lomicidio, Borrata si dava alla fuga ma veniva arrestato poco dopo, dagli agenti del localecommissariato di polizia, a Capua,a bordo di una minicar con vistose macchie di sangue sulla carrozzeriae nell’abitacolo.
Ludienza preliminare si terrà dinanzi al gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Stefania Amodeo, alla presenza del pm Giorgia Del Ponte. Borrata, che potrà optare per la eventuale richiesta di abbreviato, è accusato sia di omicidio che di violenza sessuale ai danni della Pizzo per averla costretta a dei palpeggiamenti giorni prima dell’omicidio. Sia la Pizzo che i familiari ed i genitori del giovane Capone si costituiranno parte civile e saranno rappresentati rispettivamente dagli avvocati Felice Belluomo e Massimo D’Errico.