AVERSA. Dalla baracca attrezzata di tutto al container ancora privo di energia elettrica, acqua e servizio igienico utilizzabile.
E questo il salto di qualità che sembrano avere fatto i pensionati che frequentano larea del parco Pozzi confinante con il parcheggio pubblico allinterno della quale, alcuni anni fa, avevano costruito, con le loro mani, una baracca di legno e lamiera per dare vita ad un centro sociale per anziani, al fine di trascorre il tempo libero. Tutto intorno avevano realizzato un orticello, edificata una edicola votiva, installato il servizio igienico necessario a soddisfare bisogni corporali al riparo da sguardi indiscreti, mancando il parco di servizi igienici aperti al pubblico.
Il tutto naturalmente in maniera completamente abusiva ma, di fatto, tacitamente autorizzata dal momento che la presenza della baracca e del bagno, realizzati su suolo pubblico, senza permessi e senza osservare alcuna norma edilizia. dal gruppo dei vecchietti era nota a tutti. Anzi erano stati loro stessi a segnalare dai media liniziativa, chiedendo allAmministrazione di creare nel parco una struttura analoga a quella realizzata nelle palazzine della 167 dove, in occasione del voto per la sindacatura bis del primo cittadino, era stato inaugurato un centro sociale prefabbricato dedicato allo scomparso vicesindaco Giuseppe Della Vecchia. Batti e batti, alla fine la richiesta è stata accolta.
Qualche settimana fa la baracca abusiva è stata abbattuta e in quello spazio pubblico è stato collocato in container perché il circolo sociale potesse avere una sede dignitosa. Naturalmente liniziativa, come sempre accade in queste circostanze, è stata pubblicizzata dai media e rivendicata dagli ideatori, ma ad oggi il salto di qualità non sembra essere avvenuto. Anzi in fatto di vivibilità le cose sarebbero peggiorate al punto che la commissione ambiente, ecologia e servizi al cittadino, presieduta da Emilio Scalzone, su richiesta di uno dei componenti, il consigliere indipendente Rosario Capasso, avrebbe pronta una mozione indirizzata al sindaco e allassessore competente per conoscere i criteri adottati nel decidere una iniziativa che non solo lascia impunita loccupazione abusiva di unarea pubblica ma crea condizioni di degrado ambientale peggiori, dando anche una sensazione di precarietà.
E noto dice in proposito Capasso che i container vengono usati per affrontare situazioni di emergenza, sono indicativi di uno stato di precarietà e di approssimazione e determinano una situazione di inidoneità e di pericolosità anche sotto laspetto sanitario, cosicché dovrebbero avere vita breve. Cosa che non sembra possibile se si decide di utilizzarne uno per istallarvi un circolo sociale di quartiere. Inoltre aggiunge la presenza di quel container, che tra laltro non mi risulta sia stata autorizzata da alcun atto ufficiale, non è certo decorosa per lambiente. Basta vederlo per rendersene conto.
Il container continua Capasso è una struttura vecchia, già usata, girata al Comune dalla Protezione Civile che si presenta in condizioni scadenti, privo di energia elettrica, senza acqua e con un servizio igienico non funzionante che obbliga i soci del circolo a continuare ad usare quello esistente, realizzato, ricordo. in maniera abusiva con uno scarico che si immette non si sa dove.
Così prosegue mi chiedo se quel container possa davvero rappresentare un salto di qualità per la vivibilità dei fruitori della struttura e per lambiente. Come componente della commissione ambiente, ecologia e servizi al cittadino credo conclude Capasso sia meglio azzerare tutto e realizzare per gli anziani una struttura dignitosa, in un luogo diverso, salvaguardando unarea pubblica per la quale è stato programmato un intervento di riqualificazione nellambito della ristrutturazione complessiva del parco. Un intervento che, come è noto, costerà svariati milioni di euro e che non prevede container o baracche nellarea ancora oggi occupata abusivamente.