Governo di “salute pubblica”: Santulli raccoglie consensi

di Nicola Rosselli

Paolo SantulliAVERSA. Una coalizione composta da persone della società civile, di provenienza ideologica trasversale, che potrebbe decidere di concretizzarsi e partecipare all’agone elettorale per amministrare Aversa.

Quando Paolo Santulli, capogruppo consiliare del Gua aveva parlato di amministrazione di salute pubblica per Aversa, si era sollevato un coro di no. Ora, al di là dei partiti, c’è chi riprende quel ragionamento e, in seno alla società civile auspica una coalizione di “non partiti”. Partendo dall’assunto dell’ex parlamentare (“E’ necessario un progetto largamente condiviso che miri principalmente, utilizzando le risorse del territorio, a creare un volanoper lo sviluppo e per l’economia di Aversa e dell’agro aversano”), un gruppo di professionisti di diverse ispirazioni politiche ne ha fatto una specificazione.

“Non necessariamente il progetto deve avere il sostegno ‘esplicito’ dei partiti politici che, particolarmente oggi, sono in ambasce per trovare al loro interno leadership credibili”, dicono. Insomma, si deve tener conto che “la crisi dei partiti, tutti i partiti, discende sicuramente dalla crisi delle ideologie. La gente ha capito che le idee per lo sviluppo, le strategie per creare occupazione, le scelte urbanistiche, i progetti per una buona sanità, per il sostegno sociale delle fasce più deboli, tutto quanto, cioè, fa una buona amministrazione, non può essere legato a scelte ‘ideologiche’. La buona amministrazione la fanno i buoni amministratori. Possono mai i buoni amministratori essere scelti dai dirigenti dei partiti politici? Evidentemente, no”.

Da qui la considerazione che “tutte le loro scelte, come avvenuto fino ad oggi, discendono dall’appartenenza, dal sostegno in voti di questo o quello, raramente dalla capacità comprovata del soggetto prescelto. Certo, sarebbe opportuno che, oltre al dialogo tra soggetti della società civile che, per fortuna, si stanno organizzando per la prossima competizione amministrativa, anche i partiti politici si ‘svestissero delle ideologie’ e dialogassero tra loro. Vediamo difficile, però, che Pd e Pdl possano esprimere un indirizzo unitario per la scelta di un candidato sindaco comune. Sarebbero ostacolati, senza dubbio, dal Quadro Nazionale (anche se, per sostenere il tecnico Monti, uno sforzo comune è stato fatto!)”.

Quale strada, allora, seguire? “Occorre che soggetti più o meno schierati (autonomisti e liste civiche) per questa tornata elettorale ‘conducano’ la battaglia. Bisogna indicare un candidato sindaco ‘credibile’ ma anche una ‘squadra’ definita. Come diceva Santulli un governo cittadino di ‘salute pubblica’, come il “modello nazionale”, un governo cittadino ‘super partes’. Se è rimasto ancora un briciolo di intelligenza politica nei dirigenti dei partiti ‘canonici’, allora, dovrebbero questi essere felici di appoggiare un siffatto progetto senza che ciò debba essere letto come l’aver ‘fatto un passo indietro’. L’azione toglierebbe dall’imbarazzo ‘ideologico’ i partiti tradizionali e sarebbe data voce, veramente, alla cosiddetta società civile. Sarebbe eletta, così, sicuramente un’amministrazione che è volta a fare gli interessi dei cittadini e non gli interessi di Parti più o meno legate a ‘carri’ pseudo politici, a volte solo legate a ‘clan familiari’. Il ragionamento non fa una grinza, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, anche se in politica mai dire mai”.

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