AVERSA. Vivibilità in via Seggio, la querelle continua. Anzi, complice le festività di fine anno, si accende. Il comitato spontaneo nato tra i residenti documenta in video i comportamenti abnormi dei frequentatori di bar, pub e paninoteche che nellultimo giorno dellanno sono andate oltre ogni limite accettabile.
Così, dopo aver registrato in video ogni tipo di intemperanza, i componenti del comitato chiedono i rispetto dei diritti sanciti dalle leggi e dalla Costituzione, sia per i residenti che per gli esercenti, quali sono il diritto alla salute per gli uni, quello al lavoro per gli altri. Diritti da tutelare nel rispetto della democrazia e del vivere civile come chiesto da ambo le parti al primo cittadino di Aversa che, per il comitato, sembra essere prodigo solo a parole.
Da qui la nuova protesta trasmessa alla stampa:
Il Comitato per la difesa della vivibilità di via Seggio, mosso dal convincimento che il grado di civiltà di una città sia generato dallabbattimento del muro dell indifferenza e dal risveglio delle coscienze, esprime il suo dissenso nei confronti di unAmministrazione comunale che ad oggi, nonostante le denunce e gli esposti di segnalazione dei problemi della vivibilità nel centro storico a causa della movida, ha dimostrato di sonnecchiare o, forse, di nicchiare tra posizioni naturalmente contrapposte: quella degli imprenditori dei locali di somministrazione di cibi e bevande alcooliche e quella dei cittadini residenti. Le promesse e le rassicurazioni che puntualmente sono seguite agli esposti e alle denunce si sono tradotte, dunque, in un nulla di fatto. Non possiamo rassegnarci a tale indifferenza e abbandonarci al sonno delle coscienze perché, se così fosse, ci macchieremmo di correità nel processo di degrado di questa bella città.
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La nostra città. Il Comitato non riesce a comprendere le ragioni di questo sopore e di questo silenzio, che offendono lo status dei cittadini aversani rappresentati, e il perché lAmministrazione continui ad ignorare le sue istanze, comunque fondate sui valori protetti dalla Costituzione Italiana, dal Codice Penale, dallo Statuto della Città di Aversa, dal piano di recupero del centro storico e dal Regolamento che statuisce i compiti della Polizia Municipale della nostra città, una serie, dunque, di norme cogenti a tutela del territorio, della sicurezza, dellordine pubblico, della salute e del riposo dei cittadini. Ma sotto la spinta dellennesimo rigurgito di fiducia nei confronti del primo cittadino e dellAmministrazione Comunale, il Comitato vuole continuare a credere che prima o poi la movida troverà ad Aversa, in particolare in via del Seggio e dintorni, una sicura ed efficace regolamentazione, perché è convinto che solo così si costruiscano le fondamenta per il munificato edificio della democrazia indiretta e diretta, sul terreno saldo e garantistico della convivenza civile tra portatori di interessi contrapposti.
A voi tutti amministratori, cui è stato demandato dalla volontà popolare il compito di amministrare questa città, il Comitato chiede di abbattere il muro del silenzio, di sgretolare la pericolosa cortina dellindifferenza e di prendere finalmente provvedimenti- tampone, secondo i principi di necessità ed urgenza, che risolvano le problematiche denunciate.
Non sono necessari progetti referenziali, propagandistici e altisonanti, fondi dellUnione Europea, allargamento dellorganico della Polizia Municipale. E sufficiente intervenire attraverso controlli sullesistenza o meno di impianti di insonorizzazione dei locali e sulla propagazione della musica live e stereo a porte chiuse, rispetto dellorario di chiusura delle imprese, ricorrendo anche allapporto della vigilanza del servizio notturno della Polizia di Stato, cui compete per la legge 121 del 1/4/1981 la tutela dellesercizio della libertà e dei diritti dei cittadini. Il tutto a costo zero. E Voi, Signori Amministratori, questo lo sapete!
Non fatevi irreggimentare da logiche lontane dagli interessi della collettività tutta, la cui maggioritaria volontà popolare vi ha investito del solenne mandato. Non fatevi irretire da chi ritiene, con la movida, di aver portato il centro storico agli antichi splendori. Tenete conto che mai nessuno dei residenti si è lamentato delle notti silenziose e tranquille della zona e che la morte di Via Seggio, di cui tanti parlano e dietro cui mascherano, sia pur legittimi interessi economici, è solo frutto di unerrata e fuorviante valutazione di marketing, che dovrebbe, invece, riferirsi alla crisi del commercio mattutino in questa via, dovuto ad un errata politica commerciale e allespandersi dei centri commerciali, non ad altro.
Non ascoltate chi vi dice che la liberalizzazione non è soggetta a limiti. La liberalizzazione della attività produttive è soggetta a seri vincoli come si evince dalla Circ. Min. dello Sviluppo e dellEconomia 3644/C, punto 4, 4° capoverso; e dal Decreto Sviluppo-Monti, gennaio 2012, premessa e art. 1.
Non credete a chi, per la sola logica del profitto, vuole escludere la responsabilità degli imprenditori circa gli schiamazzi prodotti dagli avventori che stazionano dinanzi ai propri locali. Forse fa comodo ignorare le disposizioni del piano di recupero del centro storico della città di Aversa vigente, nella parte in cui vieta lallocazione nel centro storico di attività inquinanti e rumorose; come si può non ottemperare alla volontà del Legislatore, trascurando il contenuto dellart. 659 c.p ( confortato dalle numerose sentenze della Cassazione) da parte di chi per professione o mestiere eserciti attività per loro natura rumorose. Un buon punto di partenza per la conciliazione dei diversi interessi sarebbe, conoscere la normativa nazionale, prendere atto dellindirizzo giurisprudenziale dellAlta Corte e, non ultimo, ottemperare alle ordinanze sindacali.
Il Comitato, da quando si è costituito, ha agito con strategie politicamente corrette e, senza ombra di dubbio, al di sopra delle parti e delle fazioni ed ha sempre chiesto allAmministrazione di bilanciare lasse della democrazia, ponendo in equilibrio la libertà diniziativa economica (art. 41 Cost.) e il diritto di proprietà e disposizione dei beni (art. 42), con la tutela del diritto alla salute,alla sicurezza, alla vivibilità, in quanto profondamente convinto che in una collettività non esistano buoni e cattivi, ma solo chi rispetta le regole e chi no.