Camorra, 20 arresti tra Campania e Lazio

di Redazione

 AVERSA. I carabinieri del reparto territoriale di Aversa hanno tratto in arresto 20 persone appartenenti al clan dei casalesi – fazione Schiavone per il reato di associazione mafiosa, estorsione, armi e riciclaggio di auto di grossa cilindrata.

L’operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha consentito ai militari guidati dal tenente colonnello Vitagliano e dal capitano Fedele, di smantellare un gruppo di soggetti che esercitava un pressante controllo del territorio mediante l’imposizione del metodo mafioso, documentando numerose estorsioni ad imprenditori ed esercenti dell’agro aversano.

Le indagini hanno inoltre permesso la ricostruzione di un circuito di riciclaggio dei proventi illeciti attraverso il traffico di veicoli su circuiti nazionali ed esteri, che hanno interessato anche imprenditori della provincia di Roma.

Le autovetture provento di furto, venivano rimesse in circolazione sul territorio nazionale ed estero, previa modifiche dei numeri di matricola, falsificazione dei documenti di circolazione e delle targhe, facendo risultare la falsa provenienza dalla Germania.

I presunti esponenti del clan dei Casalesi destinatari delle ordinanze di custodia eseguite stamane si presentavano dagli imprenditori e dai commercianti dell’agro aversano per riscuotere il pizzo nell’imminenza delle festitività di Natale, Pasqua e Ferragosto.

Dalle vittime pretendevano somme di denaro che, dicevano, sarebbero state destinate ai carcerati. In molte occasioni, invece, dicevano di essere stati mandati “dagli amici di Casale di Principe” e che era giunto il momento “di mettersi a posto”.

I proventi dell’attività estorsiva, estesa dal clan fino al basso Lazio, venivano poi riciclati attraverso l’immissione sul mercato di auto di grossa cilindrata rubate sia in Italia che all’estero. Le vetture finivano in concessionarie e autorivendite dopo la modifica dei numeri di matricola e dei documenti. Agli acquirenti venivano spacciate come automobili importate dalla Germania. I venti arresti eseguiti oggi dai carabinieri di Aversa sono frutto di indagini condotte attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali e sulla base di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia.

L’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, ha smantellato il gruppo comandato dal 32enne Pietro Falcone, investito del ruolo di capozona da Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco alias Sandokan; Falcone era già stato arrestato a dicembre per le estorsioni alle televisioni locali cui venivano imposti cantanti neomelodici vicini alla cosca. Oggi è finito in carcere l’altro elemento di spicco del clan Salvatore Orabona, 40 anni. I due, il 12 dicembre del 2008, scamparono ad un attentato da parte di Giuseppe Setola e del suo gruppo di sicari che spararono contro le loro abitazioni a Trentola Ducenta 107 colpi di kalashnikov. Divennero poi famose le registrazioni audio captate dopo gli agguati quando i killer dissero “ora andiamoci a prendere il caffè”.

In carcere sono finiti: Pietro Falcone detto “Pietruccio” 32enne di Aversa; Salvatore Orabona detto Cuglitiello, 41enne di Trentola Ducenta; Luigi Del Prete, 29enne di Caserta; Pasquale Rinaldi, detto “Pasquale o Chiattone”, 37enne di San Marcellino; Nicola Pota, 33enne di Aversa; Giovanni Pirozzi, detto “o picciuott”, di 39 anni, di Trentola; Domenico Menditto, detto “Bombò”, 33enne di Aversa; Enrico Ponari, detto “o polacco” 25enne nato in Russia; Gianluca Nacca, 38enne di Casaluce; Gaetano De Biase, detto “burzon’”, 46enne di Aversa; Antimo Scuotto, detto “Antimino”, 37enne di Aversa; Giuseppe Iorio, 41enne di Sant’Arpino;

Ai domiciliari: Carlo Tagliafierro, 40enne di Aversa; Luciano D’Alessio, 65enne di Trentola Ducenta, noto esponente politico di Trentola Ducenta; Andrea Valentini, 48enne di Albano Laziale; Luigi Domenico Peterecca, 59enne di Albano Laziale; Roberto Sperati, 56enne di Albano Laziale; Carlo Tavoletta, 40enne di Alife; Antonio Del Prete, 59enne di Frattamaggiore; Carmine Verde, 28enne di Acerra.

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