Il figlio di “Sandokan” preso nella movida: la città si interroga

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Il giorno dopo l’arresto di Carmine Schiavone Aversa si interroga sulla presenza in città di quello che gli investigatori napoletani considerano il reggente del clan camorristico dei casalesi.

“Staffone” era nella città normanna solo perché voleva partecipare alla movida aversana o aveva fatto di Aversa uno dei suoi punti operativi per coordinare i suoi accoliti nella richiesta di tangenti. Tangenti che probabilmente i locali della movida cittadina, un nuovo filone che sta facendo rivivere zone sino a qualche tempo fa deserte, sono costretti a pagare agli uomini del clan egemone.

Mai i boss della camorra di grosso calibro sono stati arrestati in città ed ora questa novità preoccupa non poco anche la politica. Il sindaco Giuseppe Sagliocco ha fatto della legalità la sua principale bandiera e, proprio per assicurare una movida tranquilla, sicura, ha dato impulso per l’istituzione di un turno serale della polizia municipale proprio in quella zona della città dove è stato sorpreso il figlio di Sandokan, e di sera affollata dai frequentatori della movida aversana, che giungono nella città normanna, dall’agro e dai centri dell’hinterland settentrionale di Napoli.

Al momento, i carabinieri della compagnia di Casal di Principe continuano le indagini per cercare di capire come mai Schiavone si trovasse in quella zona. Se fosse lì per chiedere direttamente il pizzo o, più semplicemente, avesse dato appuntamento ai suoi emissari per incassare le tangenti.

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