Centro per l’Impiego: Pizzi si difende

di Antonio Arduino

 AVERSA. E’ giallo sul cambio di destinazione dell’immobile di via Pommella che ospita il centro per l’impiego. Dopo l’arrivo della finanza negli uffici dell’amministrazione provinciale, …

… proprietaria dell’edificio, per acquisire gli atti relativi c’è chi chiama in causa Massimo Pizzi, assessore all’Ambiente, direttore dei lavori all’epoca della ristrutturazione del palazzetto, ipotizzandone l’uscita dall’esecutivo cittadino. Per saperne di più abbiamo chiesto all’assessore quale sia stato il suo ruolo nella realizzazione dell’immobile. “Ancora una volta mi vedo costretto ad intervenire sul famoso centro per l’Impiego di Aversa, cavallo di battaglia di qualche falso moralista che – esordisce Pizzi – ha fatto della politica la sua professione”.

“Poiché la mia è sempre stata quella di architetto, sino alla carica pubblica assegnatami dal partito, perché nel 2012 per legge, etica e morale mi sono dimesso da tutti gli incarichi pubblici e privati del Comune che rappresento, nell’anno 2007 – ricorda – sono intervenuto su di un fabbricato di proprietà privata per realizzare l’abbassamento di un sottotetto che, essendo stato sequestrato dall’autorità giudiziaria, dopo il mio intervento professionale fu dissequestrato, da parte di un magistrato del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere che reputò significativi ed affidabili gli atti da me prodotti”.

“Preciso – continua Pizzi – che lo stesso sottotetto era regolarmente autorizzato, sia nelle forme che nelle altezze maggiori, con regolari permessi, già rilasciati ad altri colleghi, aventi un’ altezza massima di circa 2 metri e 20 centimetri alla gronda; ma il sottoscritto esprimendo dubbi di natura tecnica ed architettonica sulla sua reale altezza autorizzata, riportò in progetto il tetto a circa 50 centimetri dal piano di calpestio”.

Un intervento realizzato motivando in dettaglio la scelta facendo riferimento alla relazione allegata al permesso a costruire in sanatoria che recitava ricorda Pizzi, precisando di essere stato uno direttori dei lavori succedutisi e di essere intervenuto solo per la questione del sottotetto: “Il sottoscritto, – dice Pizzi – non avendo elementi certi né tracce di quanto riportato nel permesso a costruire numero 40 del 27/02/2006, non avendo elementi tecnici certi per valutare l’arco temporale certo della stratificazione del sottotetto, avendo di riferimento gli elementi degli immobili circostanti e a confine, ha preferito effettuare un scelta progettuale differente rispetto a quella rappresentata dal tecnico progettista, consistente nel consolidamento del cornicione esistente e della muratura perimetrale con un cordolo in cemento armato sul quale poggiare le travi del tetto del solaio di copertura”.

“Tale scelta progettuale ha ripristinato la continuità della linea di gronda con i tetti confinanti nel rispetto di una tipologia costruttiva tipica degli immobili della zona” sottolinea Pizzi, ricordando l’intervento realizzato nel 2007. “Della successiva destinazione, dell’acquisto fatto dalla Provincia o di altro non me ne sono mai occupato, tantomeno – afferma – avrei avuto titoli a farlo, non essendo dipendente della Provincia”. “Questo – rimarca Pizzi – è l’ennesimo chiarimento che devo effettuare a rettifica di qualche falso moralista di palazzo e pennivendolo di turno che, spinto da venti antidemocratici, millanta false asserzioni sulla stampa”.

“E – aggiunge – poiché, da tecnico prestato alla politica, anche io ho recepito il messaggio di ‘Grillo’, cioè che la “rete” potrebbe essere la regola superiore per la trasparenza, oltre a quello primario che la vecchia politica deve essere spazzata via senza se e senza ma, ho deciso di “mettere in rete” l’atto di concessione edilizia, da me progettato, rilasciato nel 2006/2007 al proprietario dell’immobile”.

“Forse – osserva Pizzi – l’unica anomalia di quell’atto è che il sottoscritto ebbe il coraggio di ridurre, nell’anno 2007, un sottotetto autorizzato con altezze di gran lunga superiori sia nel colmo che nella gronda, tutelando il nostro magnifico centro storico ed in danno della proprietà”.

“Detto questo – conclude l’assessore – è giusto che si sappia che ho dato mandato al mio legale di procedere ad una denuncia contro ignoti per le false dichiarazioni diffuse su alcuni organi di stampa che prefigurano uno probabile stalking mediatico, con gravissimo pregiudizio di immagine e sono causa di inquietanti episodi posti in essere in mio danno; soprattutto sono curioso di verificare quale meteco codardo si cela dietro queste teatranti e pretestuose notizie. Confido nell’autorità giudiziaria che sta facendo chiarezza sull’argomento”.

Ecco la relazione tecnica di Pizzi:

Variante al permesso a costruire n.40 del

27/feb./2006

Per:

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE ALL’IMMOBILE SITO IN

AVERSA ALLA VIA F.POMMELLA N.28,30,32.

Proprietà : IMPRECAT S.R.L.

AMMINISTRATORE UNICO Napoletano Giuseppe

Locale sito nel Comune di Aversa in Via F. Pommella n° 28,30,32.

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RELAZIONE TECNICA

Oggetto:

Variante al permesso a costruire n.40 del 27/feb./2006

Per:

LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE ALL’IMMOBILE SITO IN AVERSA ALLA

VIA F.POMMELLA N.28,30,32.

Proprietà : IMPRECAT S.R.L. amministratore unico Napoletano Giuseppe

Il sottoscritto Arch. Raffaele Pizzi, residente in via Gallo n. 39 Aversa, iscritto

all’ordine degli architetti della provincia di Caserta, col n. 1405, in qualità di

direttore dei lavori delle opere in oggetto.

RELAZIONA E ASSEVERA

Che come evidenziato e già descritto nella relazione tecnica allegata al permesso a

costruire n. 40 del 27/02/2006 a firma dell’arch. Mario Turco, il fabbricato in oggetto,

posto all’interno della cerchia muraria del centro storico di Aversa, era di forma

trapezoidale, con il prospetto principale su via F. Pommella. L’intero stabile si

sviluppava su quattro livelli fuori terra, con sottotetto e copertura a falde inclinate, al

piano terra i vani erano a destinazione abitativa. I piani superiori, anch’essi a

destinazione abitativa, erano serviti da una scala comune. Il fabbricato in oggetto, si

presentava con due lati a confine (est-ovest), il prospetto principale su via Pommella

presentava 7 aperture, di cui una relativa all’androne di accesso. Il prospetto che

affacciava nel cortile interno presentava n. 12 dodici aperture distribuite su quattro

livelli. La consistenza immobiliare era di una unità abitativa e deposito al piano terra, e

di tre unità abitative ai piani superiori, oltre al sottotetto.

Le strutture verticali sono in tufo del tipo a sacco e presentavano in diversi punti

notevoli lesioni.

Il sottoscritto dott. Arch. Raffaele Pizzi era incaricato dalla società Imprecat s.r.l.,

come da incarico allegato, della direzione dei lavori del fabbricato in oggetto dalla data

del 25/06/2007.; il giorno 25/06/2007 il sottoscritto effettuava sopralluogo presso il

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fabbricato in oggetto rilevando che era stato già effettuato il consolidamento di tutte le

strutture orizzontali e verticali ad esclusione del solaio di copertura del sottotetto;

procedendo all’esame dei luoghi e da quanto emerso rilevando le altezze dei tetti

esistenti a confine con il presente immobile, il sottoscritto costatava che l’altezza del

solaio di copertura del piano sottotetto riportata nei grafici allegati al permesso a

costruire di cui sopra, poteva essere, a parere del sottoscritto, differente sul prospetto

su via F. Pommella e che lo stato dei luoghi riportato dall’arch. Mario Turco era frutto

del rilievo di una eventuale superfetazione effettuata nel corso del tempo.

Pertanto il sottoscritto non avendo elementi certi nè tracce di quanto riportato nel

permesso a costruire n. 40 del 27/02/2006, non avendo elementi tecnici certi per

valutare l’arco temporale certo della stratificazione del sottotetto, avendo di riferimento

che gli elementi degli immobili circostanti ed a confine, ha preferito effettuare un

scelta progettuale differente rispetto a quella rappresentata dal tecnico progettista,

riportate nelle tavole allegate di variante consistente nel consolidamento del cornicione

esistente e della muratura perimetrale con un cordolo in c.a, sul quale poggiare le travi

del tetto del solaio di copertura. Tale scelta progettuale ha ripristinato la continuità

della linea di gronda con i tetti confinanti nel rispetto di una tipologia costruttiva tipica

degli immobili della zona.

Per la restante parte dei piani il sottoscritto ha apportato modifiche nella disposizione

interna dell’immobile riguardanti:

1. Piano terra: realizzazione di servizi igienici per handicap

2. Piano ammezzato: diversa posizione dei servizi interni.

3. Piano primo: diversa posizione dei servizi interni.

4. Piano secondo: diversa posizione dei servizi interni.

5. Sottotetto: abbassamento delle quote di colmo e di gronda mantenendo

inalterata la quota media di h. 240 ml..

6. Corte interna: ricostruzione della scala di accesso ai piani secondo esigenze

sopravvenute.

Aversa li 03/08/2007
Il PROGETTISTA

Arch. Raffaele Pizzi
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Redazione
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