Real Casa dei Matti: l’anniversario dimenticato

di Antonio Arduino

 AVERSA. 11 marzo 1813 Gioacchino Murat, viceré di Napoli durante il periodo napoleonico, inaugura la Real Casa dei Matti dell’Annunziata di Aversa il primo manicomio in Italia.

In precedenza, i matti erano ricoverati in una sezione speciale dell’ospedale degli Incurabili di Napoli. Realizzato nell’antico convento della Maddalena dei Frati minori osservanti, che aveva già ospitato l’Hospitium leprosorum Santa Mariae Magdalenae per la cura dei lebbrosi, ben presto si rivelò insufficiente ad ospitare l’alto numero di ricoverati, che arrivò fino a seimila, così per alcune sezioni cominciò una serie di traslochi alla ricerca di spazi più ampi. Gli Incurabili di Napoli e poi Aversa furono per molto tempo le uniche sedi di ricovero per i malati di mente di tutta l’Italia meridionale.

Con Biagio Gioacchino Miraglia che, dopo avervi lavorato come medico, nel 1860 divenne direttore del manicomio si comincio a considerare i matti come ammalati cosicché, passo dopo passo, agli inizi del novecento il manicomio si era trasformato in ospedale, aumentando e migliorando il personale sanitario e di assistenza, riformando la cura medica e il trattamento dei malati, entrando di diritto nella storia nazionale nel marzo 1944.

Quando al suo interno fu ospitato il Comando del Centro raccolta profughi del Ministero dell’Interno. L’afflusso massiccio di profughi determinò l’allontanamento di molti ammalati e la messa in liquidazione della colonia agricola trasformandosi in Centro profughi. Nel 1946 i matti dispersi o ricoverati altrove tornarono ad Aversa e ricominciò l’attività ospedaliera della struttura che, dopo la guerra, fece meritare ad Aversa il riconoscimento di punto di riferimento nella psichiatria.

Tutto questo è storia ma ad Aversa nessuno sembra ricordarsene: E’ quanto afferma Vittorio Savino, presidente Arca Atletica Aversa e Agro aversano, che scrive all’associazione della stampa aversana perché suoni la sveglia alle istituzioni locali sempre pronte a celebrare date e personaggi ma dimentiche di eventi importanti come il taglio del nastro del primo manicomio d’Italia. “L’11 marzo del 1813 Gioacchino Murat, allora viceré di Napoli, fondò la Real Casa dei Matti dell’Annunziata di Aversa. La settimana scorsa sono trascorsi ben 200 anni di quell’evento – scrive Savino – la città di Aversa ( che grazie al manicomio è diventata nota nella penisola, ancor prima che per la mozzarella, ndr) non se ne è accorta. Nessuno ha sentito il bisogno di ricordare questa data, l’oblio è sceso sovrano su ben 200 anni di storia contemporanea, come se nulla fosse successo”.

“Credo che sarebbe il caso – continua Savino – che qualcuno si accollasse l’onore e l’onere di ricordare, anche se con qualche settimana di ritardo, questo anniversario e si ponesse il problema di questa presenza ingombrante e forse, anche pesante per la città per meditare sul (vero ndr) futuro di questa area e dei resti che ancora esistono”.

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