15enne ucciso, associazione stampa: “Esterrefatti dalle accuse ricevute”

di Redazione

 AVERSA. L’associazione della stampa di Aversa e dell’agro aversano si dichiara esterrefatta dai giudizi gratuiti che vengono emessi sulla stampa in questi giorni dopo la vicenda del ragazzino di 14 anni ucciso per una coltellata da un quasi coetaneo.

“E’ disdicevole – scrive in una nota il presidente Vito Faenzache in questo attacco a chi ha resocontato l’episodio non ci siano solo amici e parenti dell’assassino e della vittima, ma anche persone che dovrebbero avere una maggiore cautela nei giudizi e dovrebbero avere atteggiamenti diversi da quello che hanno avuto. I giornalisti dell’associazione e tutti coloro che sono venuti ad Aversa hanno raccontato con correttezza ciò che è avvenuto.

Le informazioni da loro riportate sono state fornite loro da investigatori, docenti e testimoni. Nulla è stato inventato o esagerato. I cronisti e i giornalisti hanno scritto con obiettività ciò che è stato detto loro, se qualcuno ha dato letture diverse del fatto è una sua responsabilità. Generalizzare non rende giustizia allo sforzo e all’impegno profuso dai cronisti della zona aversana. Per questo non possono destare stupore le dichiarazioni che sono state fatte anche su Fb.

Vogliamo negare che nella nostra zona esiste la camorra? Vogliamo dimenticare che la zona è in preda ad un bullismo dilagante al quale non viene posto freno? I moralisti che accusano i giornali e i giornalisti, ora, si chiedano come mai un ragazzino di 14 anni a mezzanotte era a chilometri di distanza da casa e un suo quasi coetaneo guidasse un’auto che non poteva guidare ed era armato di coltello?

Non ci risulta che quelli che ora si indignano abbiano scritto ai giornali quando si sono verificati altri casi di bullismo, anche se non così tragici, riportati con evidenza dalla stampa. I cronisti e i giornalisti fanno solo il loro dovere raccontando quello che viene detto loro da tutte le fonti, compresi i docenti, gli investigatori, i difensori e, se hanno voglia di parlare, dai familiari della vittime, nel rispetto dei ruoli.

Invece di contestare generalmente la ‘stampa’ sarebbe opportuno che quelli che ora si lamentano operassero per evitare che i giornali possano scrivere di questi episodi rimuovendo camorra e bullismo dalle nostre realtà”.

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