AVERSA. Aversa non può essere connotata da un solo dato. La nostra città non sarà certamente né a vocazione agricola né industriale, ma è sicuramente una città di studi, di cultura e di terziario e, soprattutto, una città ubicata al centro di un nodo urbano costituito anche dai paesi vicini, …
… con i quali è, oramai, un tuttuno. Alcune specificità sono complementari. Sappiamo quello che Aversa non può essere, ma può essere tutte le altre.
A parlare il sindaco Giuseppe Sagliocco che, in questi giorni, con la seduta di consiglio comunale aperto dedicata al Piano Urbanistico Comunale e la preparazione delle linee programmatiche che saranno illustrate nella seduta del civico consesso in programma per il prossimo 23 maggio, sta ponendo lattenzione sul futuro di Aversa che oggi ha anche il pregio, grazie soprattutto agli imprenditori locali, di essere un grande contenitore commerciale naturale.
Dire che la nostra città ha dichiarato Sagliocco sia Città della cultura e Città del terziario è vero. Siamo di fronte ad un mix che ha grosse potenzialità di sviluppo e questo può avvenire solo creando infrastrutture per i giovani, parcheggi che facilitino queste inclinazioni, ad esempio. Nel recente passato alcuni imprenditori hanno delocalizzato le proprie piccole imprese come caseifici o altri marchi tradizionali nei paesi vicini perché il terreno costava meno. Ora è compito nostro trovare un modo per incentivare servizi intorno ai nostri due settori tradizionali: caseario e calzaturiero. Penso alla promozione comune dei prodotti, alla gestione comune di alcune attività, alla ricerca nei due settori perché sono certo che ci sono risorse ancora inespresse.
Passando al tema più strettamente urbanistico Sagliocco sottolinea come in città oggi ci siano più abitazioni di quante al momento servono visto che il Prg in vigore prevedeva una popolazione di 59mila abitanti, ma che al momento è ferma a 53mila.
La città, divisa in quattro comparti autosufficienti, con ognuno con le sue infrastrutture, così come laveva disegnata lingegnere Vittorini nel Prg, con qua distribuzione anche dei cittadini riprende il sindaco- oggi non cè ancora perché mancano infrastrutture e servizi. Da qui lanecessità di un riordino. Ecco, allora, che bisogna ripensare allutilizzo degli standard, al loro recupero in termini di infrastrutture e servizi, a riqualificare i suoli delle zone G per riordinare e incentivare i privati, non potendo noi espropriare o acquisire per motivi finanziari.
Ed in questo senso si prospetta, notizia dellultimora, la realizzazione su suolo pubblico, nel famigerato standard di via Guido Rossa della nuova caserma dei carabinieri, unallocazione vista favorevolmente anche dai vertici militari locali. Tutto questo è già, in parte, previsto nei progetti di Più Europa che guardano al recupero del tessuto del centro storico e di Jessica che guarda alle periferie e grazie al quale vi sarà il parcheggio di scambio in via Atellana con il collegamento con la stazione ferroviaria e il sottopasso pedonale in via di realizzazione, esempio unico insieme a Salerno, in Campania.
Ma non bisogna dimenticare lex ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena o la ex Texas e tanti altri grandi contenitori il cui riutilizzo può stravolgere, in positivo, la crescita della città, una città intermedia, raccordante i flussi di Napoli e Caserta.
Con la facoltà di ingegneria e gli altri sindaci annuncia Sagliocco abbiamo già iniziato ad immaginare strutture e servizi infracomunali. Abbiamo già avuto quattro riunioni per cercare di mettere a punto una rete viaria, infrastrutture e pianificazione dei territori in unarea urbana senza soluzione di continuità, come dice lo stesso piano territoriale provinciale. Interagire tra comuni limitrofi non è più unopzione, ma una necessità.