AVERSA. Sensibilità chimica multipla (Mcs) una malattia che per lo Stato Italiano, ad oggi, non esiste ma che uccide. Perché di mcs si muore.
Semplicemente perchè è conseguenza di un danno causato al dna dallinquinamento ambientale. Un danno che non cè dalla nascita ma che può prodursi in ciascuno di noi nel corso della vita. E quando si verifica non cè più niente da fare, il dna non si ripara, tranne che resistere e pregare perché abbia le minori conseguenze possibili. Gli ammalati di mcs, almeno nelle fasi iniziali, non presentano gli stessi sintomi.
Con il tempo e linquinamento ambientale le cose vanno sempre peggio, al punto che per loro diventa mortale anche laria che respirano. Però per lo Stato la malattia non esiste. E riconosciuta in Germania, Giappone, Stati Uniti e in tanti altri paesi, in Italia no, malgrado siano oltre cinquemila gli ammalati riconosciuti.
Lammalato di Mcs nelle fasi iniziali, per ignoranza della patologia da gran parte della classe medica, è etichettato come pazzo, fissato, paranoico. Da qui la battaglia di tanti malati che si mettono in gioco, lottando per il riconoscimento della mcs.
Se avvenisse certo non otterrebbero la guarigione, impossibile ad oggi, ma forse una qualità di vita migliore, perché lo Stato potrebbe organizzarsi per offrire loro ambienti bonificati, magari riconvertendo ospedali in disuso in residenze dedicate. E questa la lotta anche di Adele Iavazzo intervistata da Marco Palma del Tg5.
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