AVERSA. Il Liceo “Cirillo” di Aversa nell’ambito delle celebrazioni per i suoi 150 anni, presenterà un lavoro realizzato dagli alunni che hanno seguito il corso di teatro: “La banalità del male”, tratto da “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme” di Hannah Arendt.
La rappresentazione è prevista per il 17 giugno, alle ore 20, nella Chiesa dell’Abbazia di San Lorenzo ad Septimum di Aversa. Lo spettacolo è la conclusione del corso di teatro, progetto Pon C-1-FSE-2011-618 Drammatizzazione di un testo filosofico, tenuto dal docente esperto esterno, attore e regista teatrale, Angelo Maiello, con la supervisione delle docenti tutor Ida Rotunno e Sabrina Romano. Il dirigente scolastico, professor Tommaso Zarrillo, dichiara: «Il nostro liceo ha sempre promosso una cultura che sia vicina ai giovani e alle loro esistenze. Il teatro ci sembra il modo migliore, ludico e impegnato al tempo stesso, per avvicinare i ragazzi a temi importanti».
La scelta del testo è motivata in primo luogo dal ricorrere, questanno, del cinquantesimo anniversario delluscita de La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme della filosofa ebrea tedesca Hannah Arendt; in secondo luogo il pensiero della Arendt bene si sposa col titolo dato al ciclo di conferenze e iniziative organizzate dallIstituto aversano per le celebrazioni dei 150 anni dalla fondazione del Liceo Cirillo: Noi capaci di rivoluzione. La Arendt individua, infatti, il tratto peculiare dellessere umano nella sua capacità di azione: «Il fatto che luomo sia capace dazione significa che da lui ci si può attendere linatteso, che è in grado di compiere ciò che è infinitamente improbabile. E ciò è possibile solo perché ogni uomo è unico e con la nascita di ciascuno viene al mondo qualcosa di nuovo nella sua unicità».
Determinante nella scelta dellautrice e del suo testo, infine, è stata la particolare attenzione che la Arendt dedica alla capacità di pensare che, nella filosofia del Liceo Cirillo, diventa obiettivo prioritario nella formazione dei giovani, quellattitudine a sottoporre tutto ciò che accade ad analisi critica; come suggerisce la stessa filosofa: «Una vita senza pensiero non è affatto impossibile; in tal caso, però, essa non riesce a sviluppare la propria essenza: non solo è priva di significato; non è viva. Gli uomini che non pensano sono come uomini che camminano nel sonno».