AVERSA. Un testa a testa generazionale quello in atto nello scenario politico cittadino. Al di là di dove possano o meno risiedere il torto e la ragione, ad Aversa si fronteggiano giovani e anziani della politica locale.
Da maggio 2012, data delle elezioni amministrative che hanno offerto questo consiglio comunale e, conseguentemente, questa giunta, piano piano, si è delineata una sorta di barriera generazionale che ha diviso gli attuali attori del teatrino politico cittadino più che ideologicamente, anagraficamente, con gli under quaranta da un lato e gli altri dallaltro lato.
Ed ecco, allora, da un lato due vecchio volpi come i due Peppe, il sindaco Sagliocco e il presidente del consiglio comunale Stabile, entrambi democristiani. In questi ultimi tempi un altro grande vecchio si è aggiunto a loro: Paolo Santulli, anchegli nato politicamente sotto legida del glorioso scudocrociato.
Con loro assessori come Elia Barbato e Ninì Migliaccio e consiglieri come Mimmo Palmieri, Salvatore Della Vecchia, Gabriele Costanzo, Luciano Luciano, Mario Tozzi, Rosario Capasso, etc. etc. etc. Dallaltro lato, dietro alla sigla degli ex An vi sono tre giovani quali Giampaolo Dello Vicario, Gino Della Valle e Michele Galluccio. Abbiamo, poi, una consigliera che sempre più sta assumendo, meritatamente, laurea della pasionaria come Imma Lama, il consigliere comunale del Pd Marco Villano, i due Udc Orlando De Cristofaro e Augusto Bisceglia (che, a dispetto dei padri ingombranti si mostrano indipendenti), gli assessori Massimo Pizzi, Nicla Virgilio e Romilda Balivo (per tutti e tre, comunque, qualche attributo in più in giunta non guasterebbe).
Nel limbo dei vecchi mai stati giovani non possiamo non annoverare lex Idv ed ex candidato a sindaco per il centro sinistra, oggi moderno novello cantore delle gesta di Sagliocco, Salvino Cella e il suo sodale Salvatore Candida.
Non pervenuto il compagno di Sel Pasquale Morra che, bisogna riconoscerlo, sconta anche la totale assenza di un partito alle proprie spalle, presente solo nella fase elettorale. Il tutto, ovviamente, al di là del posto in cui risiedono torto e ragione.