Ctp, Capasso: “Non potevamo assistere a quello scempio”

di Redazione

 AVERSA. In riferimento all’ultimo Consiglio comunale tenutosi giovedì 20 giugno anche alla luce delle molteplici riflessioni fatte pervenire alle testate giornalistiche locali da interventori assenti o astenuti in Consiglio, è opportuno fare qualche specificazione.

In particolare, leggo con estremo dispiacere il comunicato del mio amico Paolo Galluccio, il quale, sebbene non presente in Consiglio, ha rilasciato alla stampa la sua manifestazione di pensiero, dicendo che, qualora fosse stato presente sulla questione Ctp, si sarebbe astenuto, ritenendo di non aver mai avuto alcun tipo di confronto con i propri amici del movimento né tantomeno di essere stato coinvolto o reso edotto dal proprio capogruppo, il quale ha omesso di comunicare che tale questione fosse stata trattata sui tavoli politici a cui partecipa o la stessa non è stata mai discussa.E, continuando l’esposizione del suo pensiero, ha detto che, in assenza di un confronto o comunque di una mancata comunicazione ed in assenza di una linea politica del movimento si sarebbe astenuta.

Ebbene, le arzigolazioni poste in essere vanno confutate punto su punto.

In primis, il movimento politico Noi Aversani aveva un’idea politica netta, chiara ed inequivocabile, sull’area denominata Ctp e non poteva continuare ad assistere, in modo supino, che quel sito stante l’incuria di oltre un decennio, si era trasformato di fatto a ritrovo di extracomunitari, clochard e in un deposito di rifiuti a cielo aperto, proprio nel cuore della Città.

Ciò posto, nell’unico interesse esclusivo dei cittadini aversani, il movimento civico, di cui siamo espressione e capitanato dal sindaco, non poteva continuare ad assistere inerme al protrarsi dello scempio in questione. Il tutto, in asse con il deliberato del consiglio comunale del 2003. Inoltre, il consigliere Paolo Galluccio riferisce di non aver avuto alcun tipo di confronto con gli amici del movimento, in ordine all’argomento discusso all’ultimo consiglio comunale.

Ebbene, della vicenda anche se all’in piedi ne ho parlato io personalmente, dove l’amico Paolo mi rappresentava delle perplessità e degli approfondimenti, che lui stesso aveva fatto anche con l’ausilio di professionisti napoletani.

Adire il vero, dopo una lunga chiacchierata fatta con lo stesso pensavo di aver chiarito i suoi dubbi in ordine alla bontà dell’intervento e alla legittimazione dell’iter amministrativo, in quanto tale argomento era stato trattato anche all’interno della commissione trasparenza (di cui mi pregio di essere membro) e che in audizione sia dell’ingegner Diana che del dirigente area legale – avvocato Nerone, al quale rivolgevo una domanda: ma se avessimo vinto tutte e tre i giudizi nei quali eravamo parte con la Ctp e l’impresa, cosa avremmo ottenuto per la Città di Aversa, in più rispetto a quello che abbiamo ottenuto oggi?

Il dirigente rispondeva: Se avessimo vinto tutte e tre le cause non avremmo avuto nessun vantaggio ulteriore per la città rispetto a quello attuale. Pertanto, senza scomodare vecchi brocardi latini cfr. divide et impera oppure vastus animus immoderate incredibile ecc. ecc. riferisco speso in modo semplice che ormai ad un anno dalle elezioni è opportuno smetterla con contestazioni, formalismi scritti, retro pensieri e di adoperarsi condividendo con la maggioranza il programma della coalizione che ha vinto le elezioni. Diversamente opinando, chi ha obiettivi, ideali e visioni diverse è opportuno che senza giri di parole li comunicasse, anche ai fini di una trasparenza operativa.

Aggiungo, altresì, che le dinamiche politiche vanno approfondite e non ricordo a me stesso perché lo so bene, ma agli altri, che noi del movimento civico Noi Aversani, ogni lunedì sera continuiamo ad incontrarci presso la segreteria di via Fermi, e forse causa l’assenza di qualche consigliere che preferisce fare incontri con appartenenti a diversi partiti politici, pertanto potrebbe essere questo uno dei motivi di un mancato confronto sul tema.

Concludo, altresì, con questa mia, auspicando che con un confronto anche aspro se necessario deve essere fatto all’interno delle sedi ordina mentali. Non mi va di essere tirato con la giacca da un mio amico su una querelle mediatica. Certo di essere stato chiaro, colgo l’occasione per salutare cordialmente il mio amico Paolo Galluccio.

Rosario Capasso, capogruppo consiliare di “Noi Aversani”

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