AVERSA. Arriva il vaccino antinfluenzale. Da lunedì negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di base del distretto sanitario di Aversa sarà al via lannuale campagna di vaccinazione anti influenzale.
Il vaccino sarà disponibile gratuitamente presso tutti gli ambulatori dove i sanitari potranno vaccinare il cento per cento della popolazione a rischio. Vale a dire sia gli ultrasessantacinquenni sia i soggetti di ogni altra età che presentino patologie o condizioni genetiche tali da essere inseriti di diritto nella fasce definite a rischio dallOms.
Per fare degli esempi saranno vaccinabili asmatici, obesi, bronchitici cronici, immunodepressi che saranno così protetti da una malattia altamente contagiosa e debilitante che colpisce circa 30 per cento della popolazione, creando grosse difficoltà nei settori produttivi, nella scuola e nella funzionalità dei servizi di pubblica utilità per le assenze a cui sono obbligati i soggetti colpiti.
E giusto ricordare che la vaccinazione anti influenzale non è obbligatoria ma è altamente consigliata dal Ministero della Salute e dallAzienda Sanitaria che, benché impegnata nel ridurre la spesa farmaceutica, non ha risparmiato nel fornirsi di vaccini.
Cosicché se, per esaurimento delle scorte, il medico di base o il pediatra di libera scelta fossero impossibilitati a somministrarne le vaccinazioni saranno effettuabili presso lUnità Operativa di Prevenzione Collettiva o al Centro Vaccinale del Distretto il lunedì e mercoledì dalle ore 9 alle ore 13. In questo caso gli aventi diritto sono tenuti a presentare un documento didentità e, se di età inferiore ai 65 anni, un certificato attestante la patologia per cui è prevista la vaccinazione gratuita.
Va sottolineato che, pur risolvendosi normalmente in pochi giorni con il riposo e la somministrazione di antipiretici linfluenza stagionale può assumere decorso grave, in particolare nei soggetti affetti da malattie croniche, bambini e anziani a causa delle possibili complicanze. Tantè che la mortalità dovuta allinfluenza stagionale rappresenta, in queste fasce detà, la terza causa di morte per malattie infettive. Da qui la necessità di effettuare prevenzione anche se non obbligatoria.