AVERSA. Giovedì si vota il bilancio, otterrà il via libera dallassemblea consiliare o sarà lultimo giorno dellamministrazione Sagliocco?
Questa la domanda che si pongono tanti aversani che fanno il conto dei voti a favore e di quelli contrari basando le ipotesi su notizie di stampa che danno ora questo ora quel consigliere contro lattuale amministrazione. Tanto che, tirando le somme, qualcuno giura che il primo cittadino potrebbe trovare una ciambella di salvataggio solo nel consigliere di centrosinistra ed ex candidato sindaco Salvino Cella, definito, senza usare perifrasi, stampella di Giuseppe Sagliocco per il voto al bilancio, insieme al collega di schieramento Salvatore Candida.
Una definizione che allex leader dellopposizione non va giù: Lessere definito’stampella’ del primo cittadino, lessere considerato determinante, insieme a Candida, per tenere in piedi lamministrazione Sagliocco nellormai prossimo voto al bilancio per Cella, è fantapolitica, pettegolezzo da bar. E evidente che ci sono delle burattinaie, o una burattinaia, – afferma in proposito Cella parlando incomprensibilmente, almeno per noi, al femminile – assetate di potere, che vogliono a tutti i costi assaporare o riassaporare ciò che ha consentito loro di cambiare la propria posizione economica e sociale e, magari, avendo già fatto il pieno personale questa volta agiscono nell’interesse dei figli.
Per raggiungere lobiettivo – continua Cella- comandano le loro lecca lecca, chichirichì e pettegole, che non si capisce per quali motivi ubbidiscono, di servirsi di tutte le bugie possibili per cercare discreditare chi gode in politica di stima ed affetto.
E un modo di fare che è sotto gli occhi di tutti ed è – dice Cella – sintomo di una malattia definibile astinenza da stanza dei bottoni, causata dai risultati elettorali. Malattia – continua – per la quale ancora oggi non è stata trovata una cura e che trova lunico sollievo nel cercare di far credere che la favola di pinocchio sia vera. Inventandosi favole come quella di Cella stampella solo perché il sottoscritto fa valutazioni obiettive dellopera amministrativa, valutandola positivamente quando lo merita, ignorando le mie valutazioni negative che vengono espresse.
Essere allopposizione non significa – sottolinea Cella – dire no a prescindere alle scelte della maggioranza o a quelle del sindaco, ma significa valutarle senza pregiudizi, considerandone le ricadute sulla città e i cittadini. Solo allora si può esprimere un voto. Ovviamente questo vale anche per i consiglieri di maggioranza, almeno per quelli che affermano di voler fare linteresse dei cittadini che li hanno eletti. E in questa ottica – conclude Cella – dovrà essere esaminato il bilancio per votare pro o contro.