Il “pasticciaccio” di piazza Crispi

di Nicola Rosselli

 AVERSA. Quel “pasticciaccio” brutto di piazza Crispi. Parafrasando il titolo di un noto romanzo di Carlo Emilio Gadda, intendiamo riportare all’attenzione dei lettori la mai sopita vicenda di quello che fu il “deposito dei tram” di Fuori Sant’Anna.

Una storia che ha dell’incredibile per come si è sviluppata nel corso di questi ultimi anni sino a giungere all’assurdo epilogo che ha visto un privato, al di là della situazione giuridica, vedersi riconoscere una sorta di cadeaux. Ma, andiamo per ordine, partendo da esattamente un decennio fa, quando il Consiglio Comunale, nel 2003, autorizzò una transazione, effettuata successivamente con atto notarile, con le tranvie, con il seguente contenuto: il Ctp trasferisce al Comune di Aversa sia la piena proprietà del capannone industriale di circa 750 mq., sia la proprietà superficiaria di una area di 2079 mq., sia si impegna a progettare, a proprie spese, un parcheggio interrato, con una capienza massima di 500 posti auto. Il Comune, poi, nel medesimo atto notarile, riconosce al Ctp la piena ed esclusiva proprietà della ex palazzina uffici e si impegna a progettare e realizzare, a proprie spese, l’edificio che ospiterà il Suap.

Il Ctp fa scadere il relativo permesso a costruire che non viene prorogato dall’amministrazione, legittimamente, come dimostrano i giudicati sia del Tar che del Consiglio di Stato a seguito di ricorsi dello stesso Ctp. Ma a dicembre 2012 c’è un nuovo atto transattivo e, a marzo scorso, un nuovo permesso a costruire, con cambio di destinazione d’uso da uffici ad abitazioni. Si parla di una transazione voluta per evitare i danni da lucro cessante e danno emergente richiesti dai nuovi proprietari al Ctp.

Ma il comune di Aversa in questa causa non era parte. La transazione viene, poi, fatta propria dalla giunta qualche giorno fa con il via libera ad progetto di sistemazione di piazza Crispi completamente diverso da quello oggetto della prima transazione. Il tutto senza passare assolutamente per il consiglio comunale che pure ha potere di indirizzo in materia urbanistica ed aveva autorizzato la precedente transazione, stipulata, per la cronaca, dinanzi ad un notaio.

Questo nuovo accordo tra comune e la società Pa. Ca., con sede a Teverola e con legale rappresentante tale Giovanni Caserta, sembra dimenticarsi dell’interesse pubblico a vedere realizzati 500 posti auto e non aumentare il numero di abitazioni, essendo già saturo il mercato.

Ecco, allora, prevedere abbattimento (già avvenuto in precedenza in tempi record) e ri-costruzione di un fabbricato di due piani, da realizzare a parità di cubatura, con cambio di destinazione d’uso della palazzina ex Ctp, precedentemente utilizzati come uffici. Prevista, inoltre, la sistemazione di quello che resta della piazza a scomputo degli oneri concessori.

Il privato realizzerà un parcheggio a raso (c’è poco da fare, mentre scompare il parcheggio interrato da 500 posto utilissimo in quella zona della città, che sarebbe costato un botto) con ben (!?) 65 posti auto, in pratica il parcheggio privato per chi abiterà nella nuova palazzina e per i dipendenti della palazzina Suap. Insomma, il dato reale è che un privato avrà un cambio di destinazione d’uso e aumento di cubatura per realizzare abitazioni al posto di uffici e non realizzerà, a suo spese, un parcheggio interrato per 500 autovetture, lasciando completamente libera la superficie.

Ovviamente, per cancellare qualsiasi dubbio sulla malafede dell’amministrazione, vogliamo affermare, in conclusione, che non crediamo affatto che dietro tutto questo ci sia l’affidamento di direzioni tecniche di questo cantiere in itinere a persone vicine a politici locali con tanto di attrezzato studio professionale. Siamo solo di fronte ad imperizia e scarsa sensibilità, due motivi più gravi di eventuali, assurde ipotesi di scambio di favori.

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