Tensioni in maggioranza, si fa strada l’esigenza di un rimpasto

di Redazione

 Aversa. Le esigenze di un rimpasto e soprattutto del completamento dell’esecutivo cittadino si fanno più impellenti e gli animi si cominciano a surriscaldare, prova ne sono i numerosi scontri e la facile irascibilità evidenziatisi nel corso dell’ultimo Consiglio comunale.

I ranghi ridotti della maggioranza consiliare invogliano anche i singoli ad avanzare richieste di rappresentanza in giunta. E così tremano coloro che non sono sostenuti da un gruppo solido. Le maggiori fibrillazioni sono in seno alla rediviva Forza Italia che attualmente ha due assessori in giunta, Virgilio e Barbato, di cui uno con la carica di vicesindaco, che fanno riferimento alla vecchia guardia, Giuliano e Golia per intenderci, che, però, possono contare su un solo consigliere comunale, Luciano Luciano, considerato che Tozzi è fedelissimo di Ciaramella e, in questi ultimi tempi, si è visto spesso a braccetto con il sindaco Sagliocco.

Forte di un patto d’acciaio con il sindaco Sagliocco è la triade composta da Della Vecchia, Di Grazia e Costanzo, maggioranza all’interno del partito di Berlusconi, che reclamano almeno un rappresentante in seno all’esecutivo, la qual cosa potrebbe essere assecondata senza conseguenze sull’attuale composizione della giunta, considerato che devono essere rimpiazzati ben tre assessori e, fermo restando che uno dovrebbe andare al duo Palmieri-Vargas, che premono per Nicola Palmieri, fratello del consigliere Mimmo, ce ne sarebbero altri due da assegnare. Uno di questi potrebbe essere impiegato per soddisfare la brama del trio di Fi, che ha manifestato ufficialmente nel corso di una riunione di partito, la volontà di esprimere un membro della giunta. D’altronde, hanno i numeri per poterlo fare e soprattutto per imporre la loro linea all’interno di un partito che oggi li trascura e li esclude da ogni coinvolgimento e partecipazione.

Ne resterebbe, poi, ancora uno che potrebbe andare a Santulli che continua a sostenere Sagliocco e che risulta determinante nella differenza numerica tra maggioranza ed opposizione, considerato che Dello Vicario, ufficialmente aderente a Forza Italia, non esiterebbe un istante a mettere in difficoltà e addirittura a determinare la caduta dell’amministrazione comunale qualora ne ravvedesse i presupposti (e l’abbandono della maggioranza da parte di Santulli sarebbe un valido presupposto, salvo interventi di consiglieri eletti in contrapposizione al sindaco ma che non hanno esitato a stringere accordi e patti).

Tuttavia, una suddivisione così come descritta potrebbe salvare i proverbiali “capra e cavoli” senza scontentare nessuno: “Noi Aversani”, con quattro consiglieri comunali, avrebbe un assessore e il presidente del Consiglio comunale, senza contare che il sindaco stesso appartiene a tale compagine civica; Forza Italia, a fronte di sei consiglieri comunali (consideriamo anche Dello Vicario), avrebbe tre assessori e in più la carica di vicesindaco; il Nuovo Centro Destra si ritroverebbe con tre consiglieri e due assessori e, infine, al Nuovo Psi rimarrebbe l’assessore che già ha.

Una distribuzione equa e razionale, ma, si sa, la ragione e l’equità mal si sposano con la politica, specialmente con quella che guarda maggiormente ai giochi di potere ed a mantenere inalterate posizioni di egemonia autoreferenziali e rimaste senza sostanza e contenuto. Ma in una siffatta situazione è bene ricordare che tirando troppo la corda si rischia di spezzarla.

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