Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII: due santi “aversani”

di Redazione

 Aversa. Il 27 aprile Papa Francesco canonizzerà i Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. La diocesi di Aversa, esulta particolarmente per questo evento avendo ancora vivo nella memoria il ricordo dei due Pontefici, che nel secolo scorso hanno onorato con la loro presenza la diocesi normanna.

Il 12 e 13 Novembre 1990, nella sua ultima tappa del pellegrinaggio pastorale in Campania, Giovanni Paolo II visitò la città e la diocesi di Aversa. Il primo incontro con la popolazione avvenne nella piazza del Municipio, accolto dal Vescovo di Aversa Giovanni Gazza (1980-1992).

Il Papa, citando gli Atti degli Apostoli disse: “San Paolo, quando scese dalla nave a Pozzuoli, fu pregato dai fratelli nella fede di trattenersi con loro per qualche giorno. Così secondo un’antica tradizione, l’apostolo prima di proseguire il suo viaggio verso Roma, qui fece sosta. E proprio a ricordo del suo soggiorno, il primo nucleo della vostra città prese il nome assai significativo di ‘san Paolo ad Averze'”.

Inoltre, invitò la diocesi a non arrendersi davanti a quelle situazioni di emergenza sociale: scarsità di servizi, ingorghi di traffico, carenza di spazi vitali, disoccupazione, soprattutto giovanile, aumento di attività criminose, emarginazione sociale e incremento della devianza minorile.

Nella cattedrale – quell’anno si celebrò il IX centenario della fondazione –, esortò il clero e i religiosi ad essere testimoni coraggiosi di Cristo nel mondo, ed essere degni delle proprie tradizioni apostoliche, essendo una diocesi che da sempre aveva dato alla Chiesa universale tanti sacerdoti, religiosi e religiose. Ai laici disse: “assumete con coraggio all’interno della Chiesa le vostre particolari responsabilità, siate testimoni credibili ed educatori autorevoli di onestà, di scrupoloso rispetto del bene comune nell’assolvimento dei doveri del vostro stato”.

Il 13 novembre, sostando presso la tomba del grande apostolo delle missioni, il Beato Paolo Manna – beatificato proprio da Giovanni Paolo II il 4 novembre 2001 -, sottolineò l’importanza della missionarietà della Chiesa locale e di tutta la Chiesa proprio sull’esempio di Padre Manna. Significativo fu anche l’incontro con gli agricoltori della “Terra di Lavoro”.

Il Papa volle soffermarsi sul ruolo indispensabile degli agricoltori in questo territorio: “L’agricoltura, affermò il Pontefice, indispensabile risorsa della vita umana, non solo non va abbandonata, ma potenziata. Occorre superare, in questo vasto e importante settore della vita economica e sociale, la cultura dell’emergenza e dell’assistenza fatta di interventi frammentari e discontinui. E’ necessario e urgente che si metta in opera un organico progetto di sviluppo ed occupazione, che tenga conto anche delle esigenze del mondo giovanile”.

Altrettanto significativo fu l’incontro con le famiglie presso il Santuario mariano di Casapesenna, e con i figli spirituali di don Salvatore Vitale, fondatore della Piccola Casetta di Nazaret. La visita pastorale si concluse con la Celebrazione Eucaristica nell’ex campo profughi di Aversa. Il Pontefice, fu lieto di aver visitato una Chiesa di antichissime tradizioni, che annoverava tra i suoi pastori insigni maestri di dottrina e di fedeltà al Vangelo.

Come non ricordare il monaco Guitmondo (1088-1094), consacrato vescovo di Aversa dal Papa Urbano II (12 marzo 1088 – 29 luglio 1099), che oltre al completamento della cattedrale, si impegnò ad innalzare un solido e maestoso edificio “spirituale”, imperniato sulla fede nel mistero della Santissima Trinità e sull’Eucaristia, con il celeberrimo trattato De corporis er sanguinis Christi veritate in eucaristia libri tres.

Meno conosciuta ma altrettanto significativa fu senz’altro la visita del giovane Mons. Angelo Roncalli ad Aversa, nel 1923, al tempo del vescovo Settimio Caracciolo (1911-1930) mentre era ancora vivente il p. Paolo Manna (1872-1952).

Il futuro papa in occasione del Primo Convegno Missionario del Clero Diocesano esortò la Chiesa aversana a sentirsi corresponsabile al delicato ed urgente problema missionario. La presenza di Roncalli fu fortemente voluta dal p. Manna, al quale era legato da antica amicizia.

Nell’opera di G. Capasso, Cultura e religiosità ad Aversa nei secoli XVIII-XIX-XX, si legge che in occasione della presentazione del suddetto lavoro al papa Roncalli, lo stesso fece pervenire, attraverso il Segretario di Stato Tardini, una lettera nella quale ricordava con immenso piacere i giorni trascorsi ad Aversa, rimasti incancellabili nel suo cuore.

di Davide Sglavo e Arturo Formola

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