Fai, censimento on line per salvare chiese aversane

di Nicola Rosselli

 Aversa. “Clicca su link:http://iluoghidelcuore.it/votavai su Comune digita Aversa, vai sulla scheda della Chiesa della Maddalena e Chiostro di San Bernardino e clicca su vota. Ripeti l’operazione per la Chiesa di San Domenico. Per favore copia il post e inseriscilo sul tuo profilo. Grazie”.

Questo l’appello che Ciro Stabile, aversano doc, sta lanciando su Facebook dove ha anche creato un apposito evento. Ciro ha avuto il merito di far concentrare l’attenzione degli aversani su due monumenti, due gioielli d’arte, vittima dell’incuria del tempo, ma, soprattutto, degli uomini, ponendoli tra i monumenti che dal 13 maggio al 30 novembre possono essere votati online grazie a “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare promosso dal Fai – Fondo ambiente italiano, in collaborazione con Intesa Sanpaolo.

“La settima edizione dell’iniziativa – recita la presentazione – invita, a partecipare al censimento e votare i propri luoghi del cuore non è però solo un gesto d’amore per quei beni a cui ci sentiamo particolarmente legati, ma anche un’azione per contribuire concretamente a difenderli e proteggerli per sempre, così che anche le generazioni future possano goderne”.

Parole che calzano a pennello per queste due opere che rischiano di andare irrimediabilmente perdute.Fondato dalladinastia dei D’Angiò,nel 1200 circa, il complesso della Maddalena subìmodifiche nel 1400 con la costruzione dellachiesae delchiostro di San Bernardino. Al1500sono riportabili gli affreschidel chiostro, che ripercorrono le vicende dellavita di San Francesco, e l’affresco della Madonna con Bambino, presente nella chiesa. Alla stessa epoca risalgono l’altare, opera di Giovanni da Nola, ed isepolcridell’ingresso.

La chiesa ha subitorimaneggiamenti barocchi, ma l’altare conserva la suastruttura rinascimentale, conarchiin pietra nera (di ispirazione vicina alle opere del Brunelleschi). Nel 1813 fu inglobata nella Reale Casa dei Matti voluta da Gioacchino Murat, primo manicomio d’Italia. Dopo l’approvazione della legge Basaglia, nel 1980, è stato chiuso ed è del tutto abbandonato.

L’area è di proprietà dell’ Asl e della Regione Campania, tranne per un edificio, il padiglione Bianchi, di proprietà del Comune di Aversa, ed è di fatto inaccessibile ai cittadini, ad eccezione di alcuni uffici dell’ Asl Caserta.

Lo spoglio per San Domenico, invece, iniziò circa 30 anni fa, quando, ignoti, nottetempo, penetrarono in chiesa con un camion e spogliarono letteralmente l’altare maggiore dai meravigliosi marmi policromi. Da allora molta strada è stata fatta…dai ladri d’arte che hanno spogliato la chiesa di tutto.

Chiesa, proprietà del Fec, il Fondo Edifici di Culto, presso il Ministero dell’Interno, fondata daCarlo I d’Angiònel1278e completata da suo figlioCarlo II d’Angiòe dedicata aSan Luigi IX, re dei francesi, e diventata poi San Domenico perché iDomenicanivi abitarono fino al1808. In origine presentava uno schema di grande aula rettangolare fino a quando, nel1742, l’Ordine Monasticopensò ad un radicale restauro, incaricandoFilippo Raguzzini, il quale utilizzò, per la facciata il progetto per il concorso diSan Giovanni in Laterano in Roma.

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