Lite finita in sparatoria, il post della vittima fa il giro del web

di Nicola Rosselli

 Aversa. Rischia di trasformarsi in una faida, in un concatenarsi di vendette il ferimento di Luigi Cerullo, il giovane 25enne, raggiunto nel pomeriggio di lunedì da un colpo di Beretta calibro 7,65 ad una gamba, per una ragazza contesa.

A farlo ipotizzare il profilo dei due giovani coinvolti. Gli agenti del locale commissariato, che, coordinati dal dirigente Paolo Iodice, indagano sull’episodio, hanno potuto accertare in pochissime ore, che a sparare è stato un rampollo di un esponente cittadino della malavita organizzata, già noto alla giustizia per i suoi precedenti.

Si tratta, infatti, di Domenico Mastrillo, 19 anni, figlio del più noto Antonio, attualmente in carcere con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso. Con lui altri tre giovani, tutti denunziati per concorso in ferimento aggravato e detenzione abusiva di arma da fuoco, con un’età che va dai 20 ai 22 anni, tra cui un pregiudicato e due incensurati. Tutti i giovani coinvolti sono di Aversa, zona “Palazzine”, una delle periferie cittadine dove il degrado la fa da padrone.

Tra i quattro, l’unico ad essere ancora ricercato è proprio l’esecutore materiale del ferimento che, la sera precedente, la domenica, in una discoteca della zona aversana, era venuto alle mani con il ferito, avendo la peggio. Da qui la vendetta con la pistola in pugno, una Beretta detenuta illegalmente e non ancora rinvenuta dagli investigatori. Un solo colpo esploso ed andato a segno con foro di entrata ed uscita senza fare danni particolari, per cui la prognosi dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe Moscati, che lo hanno medicato e dimesso, è stata di soli 10 giorni.

Gli investigatori, stanno vagliando anche la personalità del ferito sul cui profilo Facebook è comparso per una quindicina di ore, prima di essere eliminato, un post che ha dell’incredibile. “Me fatt’ o solletic’. Tietie” contornato da faccine e icone di pistole, ha scritto rivolto al suo feritore. E, come se non bastasse, ha postato anche una sua foto in mutande, per far vedere la ferita provocata dal proiettile, accompagnata da una palese minaccia visibile dalla posizione delle mani. Il tutto è stato cancellato dopo diverse ore. Ma, oramai, era troppo tardi.

Quel post assurdo ha fatto il giro del web, provocando una sorta di corto circuito, raccogliendo decine di “mi piace”, diversi commenti di incitamento alla vendetta ed un solitario appello a perdonare da parte di uno degli amici. Due personalità difficili quelle che si sono incrociate intorno ad una ragazzina che chissà se vorrà ancora scegliere uno di loro.

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