Aversa. Cambio ai vertici dellospedale San Giuseppe Moscati di Aversa. Da ieri mattina è finita lera di Giuseppe Tatavitto.
Al suo posto, infatti, da lunedì prossimo al suo posto siederà, quale direttore sanitario, attuale facente funzione del nosocomio di Maddaloni, Mario Borrelli, specializzato in anestesia e rianimazione, ha ricoperto diversi incarichi, tra cui, dal 2008 al 2011 quello di Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Teano; Per il 2011 e 2012 è stato Coordinatore Sanitario del C.I.E. Santa Maria Capua Vetere per lemergenza sanitaria extra-comunitari; da marzo 2012 a ottobre 2012 Direttore Sanitario facente funzioni del presidio ospedaliero Melorio di Santa Maria Capua Vetere.
A deciderlo, insieme ad altre nomine, nella mattinata di ieri, il direttore generale dellAsl di Caserta Paolo Menduni. Non si è trattato, certamente, di un fulmine a ciel sereno. Erano in molti, infatti, ad ipotizzare che il responsabile dellospedale più importante tra quelli gestiti dallAsl di Caserta sarebbe stato trasferito. Una quasi certezza soprattutto dopo la condanna (cè da sottolineare che solo in primo grado per il momento) a nove anni di carcere subita dallo stesso direttore per l’accusa di falso in atto pubblico, distruzione di atti,truffa, abuso d’ufficio e minacce. Una condanna che, oltretutto, riguarda proprio il concorso da dirigente medico che Tatavitto vinse nel 2003.
Per lui la carica di direttore del laboratorio di analisi presso lospedale di Sessa Aurunca. Una successione che, sono in molti a ritenerlo presso lAsl, anche se nessuno lo dice apertamente, sarebbe stata voluta soprattutto dal potente (almeno presso lAsl casertana) sindacato Fials (Federazione Italiana Autonoma Lavoratori Sanità) che vede tra i suoi massimi dirigenti proprio un aversano, Salvatore Stabile. Sindacato che, negli ultimi tempi, avrebbe serrato i ranghi evidenziando una serie di carenze proprio presso il Moscati. Il nuovo direttore sanitario si troverà di fronte ad un ospedale di difficile gestione per una serie di motivi, primo fra tutti, la cronica carenza di personale in diversi reparti, tra cui quello di pronto soccorso. Qui, infatti, non passa giorno senza che si registrino lamentele da parte degli addetti, in eterna carenza di organico, nonostante i continui sforzi dei vertici dellAsl per cercare di garantire in ogni modo la copertura e, di conseguenza, il servizio presso quello che è il secondo pronto soccorso della Campania, dopo quello del Cardarelli di Napoli.
Sempre relativamente allo stesso reparto cè il non meno importante problema dellincolumità di medici e infermieri che spesso sono fatti oggetto di aggressioni da parte di pazienti o di loro familiari per presunti ritardi nella prestazione delle cure, senza tener conto dellimportanza dei codici di priorità dettati presso il triage.