Castel Morrone, Palmieri: “Segni di un nuovo, oscuro Medioevo”

di Redazione

Massimo PalmieriCASTEL MORRONE. Il consigliere dell’Unione Civica, Massimo Palmieri, interviene in merito ad una nota stampa diramata dall’amministrazione comunale.

“Ho davanti l’ultimo comunicato dell’Amministrazione comunale di Castel Morrone; tra le sue righe ci sembra di scorgere dei veri e propri presagi di un nuovo, oscuro Medioevo, civile e politico. Il fatto: il 26 dicembre, nella chiesa di San Michele alla frazione Casale, si terrà l’ormai consueto concerto di Santo Stefano. Ovviamente, non abbiamo nulla da eccepire sull’evento in sé, che ormai si avvia a diventare una gradevole tradizione. Il motivo della nostra preoccupazione, e del nostro disappunto, è tutto in una frase. La riporto alla lettera: ‘Uno spettacolo offerto al Comune morronese dalla Regione Campania grazie al diretto interessamento dell’onorevole Massimo Grimaldi (Nuovo Psi come il sindaco, ndr), Presidente della Commissione Bilancio del Palazzo di Santa Lucia, il quale anche quest’anno ha voluto così omaggiare l’intera comunità morronese’. Mi viene da pensare che è un po’ come quando i miei figli mi fanno dei regali. Prendendo tra le mani il pacchetto che mi porgono, alzo sempre gli occhi ad implorare il cielo che non si tratti di oggetti particolarmente costosi, visto che i soldi per comprarli – schematizzando il concetto giuridico di proprietà – sono comunque i miei. Ma evitiamo pure di sottolineare l’evidenza che l’Onorevole ci ha omaggiato con i nostri stessi soldi di cittadini della Campania. Non è questo il punto. Il punto è il passaggio che recita: ‘grazie al diretto interessamento dell’onorevole ecc…’.

Leggendolo, un moto emozionale mi scaraventa repentinamente ai tempi dell’Italia del feudalesimo. A quei tempi l’importanza degli individui era proporzionale alla vicinanza al Re, e il rapporto tra chi era emanazione dell’Autorità Regale e il popolo, non era basato sul diritto e sulla consapevolezza democratica dei bisogni e delle risorse per soddisfarli, ma piuttosto sull’oscillazione tra perentorie imposizioni e graziose elargizioni. Continuando nelle sensazioni, è un po’ come se fossimo regrediti ai tempi lontani della mia infanzia, quando non era infrequente imbattersi in qualche furbo politicante che, confidando nella scarsa emancipazione delle classi sociali più indigenti, spacciava le proprie potenzialità istituzionali per una disponibilità personale e discrezionale.

Ma per la verità, anche l’idea che dei deputati regionali si contendono tra loro gli spiccioli trovati tra le pieghe dei bilanci per omaggiare le Amministrazioni della propria parte politica, ammetterete che non dà un’immagine edificante dell’Ente Regione. Anzi, è un’immagine che evoca i peggiori termini della peggiore politica: clientelismo, familismo e parafamilismo, paternalismo e così via. Qualcuno dirà che ci sono problemi più drammatici da considerare che non queste quisquilie. Ciò non è affatto vero!

Questi sono dei segni che devono farci riflettere e farci comprendere come certa politica, che se appare vincente è solo perché presidia militarmente le risorse pubbliche facendone un uso spregiudicato e amorale, stia facendo arretrare progressivamente il nostro livello di civiltà e ci stia trascinando verso un nuovo e oscuro Medioevo”.

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