Rifiuti, Letta duro: “Italiani stufi di pagare per la Campania”

di Redazione

Enrico Letta Rosa Iervolino dice no al sito di stoccaggio per le ecoballe che il commissario Alessandro Pansa indica nella Cava di Chiaiano e sottolinea la difficoltà di trovare un’alternativa in città.

Se proprio non se ne potesse fare a meno, comunque, meglio la periferia orientale, in un capannone dismesso dell’ex area industriale a Poggioreale. A Palazzo Chigi, di fronte al premier Romano Prodi, lei che è stata donna di governo si sente a suo agio e non ha difficoltà a circostanziare con argomenti la sua contrarietà alla soluzione del commissario Alessandro Pansa, che sta lì a due passi. Di fronte a lei ci sono anche il sottosegretario Enrico Letta e il ministro dell’Interno Giuliano Amato, che ascoltano senza interromperla. Solo più tardi, alle osservazioni di alcuni presidenti delle Province, i rappresentanti del governo usano toni perentori. A partire da Prodi, ma anche con Letta: «I cittadini italiani sono stanchi di pagare per la Campania». E allude alla difficoltà di tornare in Parlamento a chiedere nuovi fondi per l’emergenza rifiuti. Mentre Amato ribatte a Sandro De Franciscis. Su Chiaiano il sindaco di Napoli spiega: quella cava non è affatto idonea, per l’impatto ambientale un sito di stoccaggio lì sarebbe devastante. Piuttosto, nell’ambito di un piano specifico per la raccolta differenziata potrebbe essere un sito ideale per la costruzione di un impianto di compostaggio: ma quella è tutt’altra cosa. Senza considerare la vicinanza con la zona ospedaliera, come poi rileverà da Napoli anche Carlo Migliaccio, presidente della commissione consiliare Ambiente. Alternative? Prima di arrivarci la Iervolino dice di sì, Napoli è pronta a collaborare, ma poi frena e ricorda: l’alto livello di conurbazione non consente molte possibilità. Qui non ci sono grandi spazi, forse per questo anche la Provincia non propone alternative a Casamarciano. Poi la Iervolino gioca la carta dell’«abbiamo già dato»: Pianura. Il sindaco invita tutti a non dimenticare che per il passato Napoli ha dato un grande esempio di collaborazione, mettendo a disposizione in contrada Pisani una discarica utilizzata per anni da tutta la regione. Quindi, l’indicazione di Poggioreale, nel segno della più stretta collaborazione con il commissario. Più intensi, invece, i confronti aperti dai presidenti delle altre province. A cominciare da Carmine Nardone (Benevento) che al termine confiderà: «Sto ancora con i nervi scossi. Non mi faccia dire altro». L’amarezza deriva dallo scontro avuto con Pansa, non solo sui siti ma anche sulla vicenda del dissociatore molecolare, rispetto al quale rivendica un’autorizzazione del commissariato a costruire una struttura che produca 150mila tonnellate all’anno. Mentre Pansa ribatte che l’autorizzazione è solo sperimentale e limitata a 5mila tonnellate. Anche Caserta, con Sandro De Franciscis, solleva dubbi, ma non entra affatto nel merito della località prescelta. Il ragionamento è un altro: abbiamo già dato, le oltre 3 milioni di tonnellate di Giugliano arrivano fino a Parete e a Villa Literno. Non abbiamo più un lembo di terra disponibile: questa è la provincia più scassata d’Italia. A questo punto Amato cerca di smorzare i toni: vuole fare qui un’arringa? E De Franciscis rincara la dose: il governo non ha rispettato gli impegni presi, le bonifiche non sono state realizzate, ci sono stati solo palleggiamenti di responsabilità. Dalla sua Salerno dice: no, grazie. Angelo Villani sostiene che dopo Serre, con una discarica provinciale da aprire a Buccino e con la disponibilità a costruire un inceneritore, la provincia salernitana potrebbe essere esonerata dallo strazio delle ecoballe. Infine, Avellino: la provincia al tavolo non c’è. Alberta De Simone spiega: «È una follia. Comunque nessuno mi ha invitata».

da Il Mattino, giovedì 08.11.07 (di Corrado Castiglione)

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