«Benvenuti all’inferno»: lo ha scritto un ragazzo a caratteri cubitali neri su un cartellone bianco appoggiato su un cumulo di terra del sito di stoccaggio Taverna del Re a Giugliano.
Lo ha scritto e lo ha anche gridato forte quando i primi cittadini di Trentola Ducenta, Parete e i pochi di Villa Literno ieri mattina sono arrivati nella discarica giuglianese alla testa di un corteo pacifico per reclamare il diritto di «non continuare a morire di tumore» e di «respirare aria sana». «Quando cala la sera serriamo le finestre per non sentire la puzza», hanno dichiarato le massaie dell’agro aversano. Politici mescolati a semplici cittadini, come Pietro Paolo Ciardiello, hanno chiesto la bonifica del territorio in tempi brevi. Alla manifestazione partita dall’ incrocio di via Santa Maria a Cubito, che funge da cerniera ideale tra i paesi del Napoletano e del Casertano, c’erano anche alcuni dei quattordici proprietari terrieri che vicino al sito dei rifiuti e dei presunti veleni coltivano verdure e frutta. Nelle cisterne d’acqua utilizzate per irrigare i campi e nei tombini, dicono di aver trovato tracce di gas naturale prodotto dal percolato, il liquido che fuoriesce dalle ecoballe, dunque “sostanza tossica”, come la definisce Nicola Mottola, il medico-assessore di Trentola che per primo ha smosso la coscienza dei cittadini denunciando la situazione pericolosa per la salute pubblica alla magistratura. Il dossier che documenta il disastro ambientale provocato dai quintali di rifiuti stoccati a Villa Literno, è scivolato dalle mani del Pm Donato Ceglie in quelle del procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Paolo Albano. Cinquecento, circa, i manifestanti che ieri mattina hanno chiuso al traffico quattro arterie stradali. Duecento solo di Trentola Ducenta, un centinaio di Parete ed una decina di Villa Literno. Il sindaco liternese Enrico Fabozzi mancava all’appello per impegni familiari, ma a tenere la fila delle dieci anime che manifestavano, c’era un consigliere che si è staccato dalla maggioranza proprio per una divergenza di opinione sulla questione rifiuti, Antonio Tonziello. Nemmeno l’ombra dei cittadini di San Marcellino. Presenti, invece, le associazioni, alcune nate da pochi giorni sull’onda emotiva della protesta. Luigi Verrengia, sindaco di Parete, era, in prima fila con Nicola Pagano, primo cittadino trentolese. Uniti nella marcia, i due, ma divisi sui criteri da adottare per affrontare la questione rifiuti. Il Comune di Trentola Ducenta, infatti, potrebbe costituirsi parte civile come parte offesa nel processo contro la Fibe assieme ai comuni di Sant’Arpino, Cesa, Frignano e Teverola. La pratica è nelle mani dell’avvocato Clemente Maria Enselmi. Ancora in bilico la posizione dei comuni di Casal Di Principe, Aversa e Casapesenna.
da Il Mattino, domenica 11.11.07 (di Marilù Musto)