MONDRAGONE (Caserta). Nuovi arresti nell”ambito dellinchiesta sullaffaire politica-rifiuti che ruota attorno al consorzio Ce4 e alla società Eco4. La Guardia di Finanza di Mondragone, la Squadra Mobile della Questura di Caserta e i Carabinieri del Comando Provinciale hanno eseguito stamani sei ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa, estorsione e corruzione di pubblico ufficiale, con laggravante della finalità camorristica e truffa ai danni dello Stato.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distretturale Antimafia. Eseguito, inoltre, il sequestro preventivo di un ingente credito, dellammontare di 4 milioni e 700mila euro, vantato dalla Eco4 nei confronti del consorzio rifiuti Ce4 ed oggetto di fraudolenta cessione ad un Istituto di credito.
Linchiesta coinvolge la giunta comunale di Mondragone (Caserta) guidata dal sindaco Ugo Conte. I destinatari dei provvedimenti sono lex consigliere comunale Maria DAgostino, il vigile Sorrentino, lex presidente della Eco4 Giuseppe Valente e Giuseppe Diana, questultimo ai domiciliari. Altre misure non detentive riguardano il sindaco Conte e i fratelli Michele e Sergio Orsi. Le misure cautelari seguono quelle emesse lo scorso 23 marzo, nellambito dellinchiesta politica-rifiuti a Mondragone e in provincia di Caserta.
Le indagini evidenziano la continua e costante pressione mafiosa, da parte del clan dominante dei La Torre, esercitata dal 2001 almeno sino alla prima metà dellanno 2005 nei confronti della Eco/4 (braccio operativo del consorzio intercomunale Ce4, composto da 18 comuni del casertano) nonché la profonda infiltrazione del medesimo clan, nello stesso arco temporale, allinterno dellamministrazione comunale di Mondragone, pressione ed infiltrazione che hanno trovato un rilevantissimo ed indispensabile dato di sintesi e di collegamento tra le diverse entità (Pubblica Amministrazione, da un lato, e sodalizio
Tra i personaggi coinvolti ci sono Maria DAgostino, ex consigliere comunale, e Gennaro Sorrentino. I due, secondo gli inquirenti, per un miglior controllo dellamministrazione comunale, nel 2004 si costituivano in gruppo politico, così da continuare ad inquinare lazione politico/amministrativa attraverso lo schermo partitico, risultando il gruppo stesso dapprima innominato per poi collegarsi strutturalmente con più ampie organizzazioni operanti anche a livello nazionale, essendo peraltro assolutamente indifferente larea politica cui legarsi. Le investigazioni consentivano non solo di cogliere pienamente le caratteristiche dellinfiltrazione mafiosa della società mista Eco 4 ma anche di svelare lindissolubile connubio tra imprenditoria casertana, gruppi mafiosi sul territorio (facenti capo alle famiglie Bidognetti e
Se le precedenti indagini consentivano di accertare la compartecipazione occulta mafiosa dellEco 4, ente piegato agli interessi patrimoniali dei vertici del clan dei casalesi attraverso lazione dei fratelli Sergio e Michele Orsi e la stabile e continuativa contribuzione finanziaria del clan campano dagli stessa garantita, lo sviluppo investigativo chiariva la genesi della società mista ed il supporto che la stessa società continuativamente garantiva alla stabilità dellassetto politico del Comune di Mondragone, anche e soprattutto attraverso la contrazione di accordi inevitabilmente connessi al versamento della tangente estorsiva.
Dipendendo le vicende societarie dellente misto dalle determinazioni politiche locali, e dovendo la società stessa subire la tassazione mafiosa imposta dal clan mondragonese – gruppo criminale capace di incidere decisamente sugli equilibri politici comunali – ne seguivano diverse intese plurilaterali, tutte presupponenti limpegno dei vertici dellEco4, accordi attraverso cui era possibile mantenere la maggioranza di Giunta, nel Comune di Mondragone.
Le investigazioni consentivano in primo luogo di accertare come la gara indetta dal consorzio Ce4 per lindividuazione del partner privato, fosse stata aggiudicata – nel 2000 – allATI capeggiata dalla Flora Ambiente, facente capo ai fratelli Michele e Sergio Orsi, grazie ad unintesa corruttiva ed una ingegnosa turbativa dasta, coinvolgente i privati aggiudicatari, il presidente del Consorzio Giuseppe Valente ed il presidente della commissione di gara Claudio De Biasio. La fondamentale importanza della gara e della conseguente costituzione della società mista Eco4 s.p.a. si coglieva dai successivi sviluppi quando, in un tempo decisamente breve, la spa Eco4 diverrà affidataria in via diretta e senza gara alcuna della quasi totalità dei servizi di raccolta dei rifiuti nei Comuni ricompresi nel territorio del Consorzio. Tali affidamenti diretti verranno consentiti anche attraverso una pluralità di provvedimenti emessi dal Commissariato di Governo per lEmergenza Rifiuti – atti del tutto estranei ai poteri dellEnte e rilasciati in coerenza con la concessione di utilità corrispettive per il funzionario pubblico interessato nonché mediante uninsistente e proficua azione corruttiva ed abusiva diretta a ottenere il rilascio della certificazione antimafia, (problema sorto nei rari casi in cui i Comuni optavano formalmente per la gara pubblica).In questo versante, come in altri, veniva richiesto lintervento e la copertura di referenti politici, anche mediata dal presidente Valente.
Il raccordo tra gli interessi degli imprenditori privati, domini della Eco4, e gli interessi degli amministratori e politici, si coglieva in occasione delle contese elettorali, allorché numerose persone venivano assunte presso la società su richiesta di esponenti politici, per ragioni di voto.
Le investigazioni consentivano inoltre di infrangere il patto di omertà che legava gli amministratori dellEco4 – partners del socio occulto mafioso, riconducibile agli esponenti apicali del clan dei casalesi – alla criminalità organizzata di Mondragone, svelando lesistenza di una coeva tangente periodica, pari a 15mila euro mensili, versata dai vertici della società per circa quattro anni. Risultava chiaro che la tangente costituiva una rilevante fonte di reddito criminale del gruppo, vitale per lordinaria amministrazione dello stesso, e la dipendenza finanziaria del clan dai determinatori della spesa pubblica comportava ineludibilmente secondo una stringente logica economica una sua dipendenza rispetto allamministrazione locale. Tale soggezione finanziaria si traduceva nellintervento richiesto dalla parte politica al clan locale, poi attuato, nel dare sostegno alla Giunta comunale, apporto che vedrà poi necessariamente implicata per la concessione di posti lavoro la parte imprenditoriale.
In definitiva, si è dimostrato come, in questo caso (tuttaltro che isolato), si sia verificato, tra politici e camorristi, un rapporto di reciprocità funzionale, che ha visto i primi in posizione sovraordinata rispetto ai secondi.
Per la condotta estorsiva, svolta in modo continuativo, veniva già disposta la custodia in carcere di Giuseppe Fragnoli, Giacomo Fragnoli, Vincenzo Filoso, Gennaro Sorrentino, Augusto La Torre e Giuseppe Diana.
Le attuali indagini consentivano di allargare lo spettro degli artefici dellazione criminale, giungendo ad individuare anche uno dei mandanti delle attività estorsive in Antonio La Torre allepoca latitante in Scozia – e Aniello Pignataro quale co-esecutore. Emergeva altresì il ruolo di Giuseppe Valente, presidente del consorzio Ce4, nella rilevante e prolungata tassazione estorsiva. Questi risultava infatti decisivo nella sua veste di plenipotenziario del sindaco di Mondragone Ugo Conte per i rapporti con il clan
Lasservimento della società agli interessi politici e mafiosi si realizzava infatti anche attraverso una estesa e, in termini manageriali, irrazionale politica di assunzioni, non solo volta a retribuire indirettamente uomini del clan o loro familiari, ma altresì volta a compensare il voto per i rappresentanti politici locali. Limpegno profuso da Valente per lo stesso gruppo si spiegava infatti con il decisivo appoggio elettorale concessa dal clan locale alla coalizione guidata da Conte, intervento attuato attraverso Maria DAgostino, previa sua retribuzione attraverso plurime assunzioni, anche fittizie, essendo la donna intervenuta in soccorso della Giunta municipale, nella primavera dellanno
Le cadenze temporali relative al prezzolato sostegno da parte della DAgostino alla giunta Conte ed i plurimi coevi incontri tra Valente, Sergio Orsi e Giuseppe Fragnoli (capo del clan mafioso di Mondragone) dimostravano chiaramente come vi fosse una sostanziale sovrapposizione tra i momenti legati alle intese per il versamento della tangente da parte dei titolari della parte privata della Eco4 spa e gli scenari politici. Appariva estremamente chiaro che il clan
I soggetti legati al clan
Se la prima vicenda corruttiva risultava direttamente volta al sostegno della giunta Conte, la seconda azione corruttiva in imputazione cui si è accompagnata anche in questo caso unassunzione truffaldina presso la spa Eco4 quale prezzo dellatto contrario ai doveri di ufficio (posto in essere nelloccasione dal consigliere comunale Massimo Romano tramite le sue dimissioni prezzolate) si ricollegava alla necessità da parte dellamministrazione comunale guidata dal sindaco Conte di mantenere la maggioranza anche dopo la decadenza dal consiglio comunale della DAgostino, ineleggibile ai sensi dellart. 58 comma primo del d. lvo n. 267/2000. Romano si accordava infatti nel dimettersi, contemporaneamente alle dimissioni, legalmente imposte, della DAgostino, con previsione di una sua illecita retribuzione attraverso lassunzione fittizia e truffaldina della moglie Daniela Gnasso presso la spa Eco4 e la promessa di un futuro ruolo nellamministrazione del Comune di Mondragone per sé o per il fratello Agostino Romano (allepoca dei fatti ispettore di polizia in servizio presso il Commissariato di Formia).
Per tale seconda condotta corruttiva, aggravata dalla finalità di agevolazione mafiosa, era ritenuta la gravità indiziaria nei riguardi di Giuseppe Valente, Agostino Romano, Massimo Romano, Ugo Conte, Michele Orsi, venendo disposta la misura cautelare detentiva nei confronti del primo e lobbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il secondo.
Le indagini consentivano inoltre di svelare la creazione ad opera dei soggetti collegati al clan
Emergeva nitidamente lesistenza di una lobby costituita da soggetti collegati al Clan
Le investigazioni consentivano poi di chiarire unulteriore ingente truffa ai danni dello Stato, per un importo pari a 4 milioni e 700mila euro, condotta realizzata da Valente, i fratelli Sergio e Michele Orsi questi ultimi due anche attraverso il prestanome Aldo Schiavone ed il direttore generale del Consorzio Ce4 Claudio De Biasio e da alcuni dipendenti e funzionari della BNL, questi ultimi infedeli e prezzolati agevolatori della condotta, comportando il conseguente sequestro preventivo del corrispondente credito, oggetto di illecita cessione dallEco4 alla BNL e successivo sconto.
Per i contributi resi al clan di Mondragone, veniva altresì emesso titolo cautelare per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Gennaro Sorrentino, Giuseppe Diana, Giuseppe Valente e Maria DAgostino.