SANT’ARPINO. “Quelli in corso sono giorni emblematici che dimostrano concretamente cosa sia il Sistema Savoia”. Così l’ex vicesindaco di Sant’Arpino, ed attuale componente del gruppo “Uniti per l’Alterantiva”, Ernesto Capasso, all’indomani della notizia della chiusura della sede cittadina dei Democratici di Sinistra e dell’ipotesi di candidatura del Savoia con De Franciscis alle primarie del Partito Democratico.
“Questi due avvenimenti- dichiara il Capasso- sono l’uno strettamente legato all’altro, in quanto frutto di una scellerata azione, che non ha nulla di politico, portata avanti dal Savoia, e dal suo ‘compagno di merende’ Salvatore Maisto, da quattro anni a questa parte. Dopo aver provocato la chiusura della sezione ‘Antonio Capasso’della Margherita hanno fatto sì che chiudesse anche la storica sede di Via De Muro, che, come ha ricordato Carlo Cicatiello, era aperta dall’immediato dopoguerra e precisamente dal 1946. Un vero e proprio sconvolgimento dell’assetto democratico cittadino, con le formazioni eredi dei due partiti che hanno fatto la nostra storia politica, che ormai sono ridotte al lumicino. E questo perché Savoia ha imposto a tutti suoi fedelissimi ‘infiltrati’ in tali partiti, come ad esempio Del Prete e Iavarone, di lavorare per esautorare queste formazioni di qualsiasi ruolo e di portare tutto il centro decisionale nell’ormai famigerato scantinato di Via Otto Marzo. Perché una volta e per tutte bisognerà pur dirlo che per Savoia un partito vale l’altro visto che a suo parere ha l’unica funzione di dare una veste di politico a quanto di politico non ha nulla. Del resto Savoia si è comportato come un qualsiasi bomber nostrano che cambia una squadra dopo l’altra come se fosse nient’altro che una maglietta sporca, o come la grande Liz Taylor con i suoi innumerevoli mariti. E così dopo aver giurato fedeltà alla Margherita, è diventato un accesso deissino tanto da farsi consegnare una tessera ‘fantasma’ dal segretario nazionale Piero Fassino, fino ad arrivare ad oggi con il ‘matrimonio’ con De Franciscis, riuscendo, pare, finanche a strappare una candidatura per le prossime primarie del Partito Democratico. Ma questo non è altro che l’ennesimo sodalizio di interessi, nato dal fatto che questa per Savoia rappresenta l’ultima strada percorribile per entrare nel P.D., dopo essere stato respinto dalla parte sana dei DS di Sant’Arpino guidata dal Segretario Raffaele Cammisa e dopo che lo stesso De Mita lo aveva definito una sorta di Berlusconi in miniatura. Mi permetto di consigliare fermamente il Presidente De Franciscis di diffidare di un personaggio del genere, e soprattutto gli ricordo che lui deve garantire l’intero centro sinistra nella sua complessità. E così mentre Savoia è ancora alla disperata ricerca di un tetto politico la sua scellerata azione continua a provocare macerie, causando di fatto la sparizione dei Democratici di Sinistra di Sant’Arpino. Un evento davvero traumatico per la sinistra cittadina e sul quale faranno bene ad interrogarsi sia i vari Del Prete e Iavarone, che alla fine hanno sacrificato la fedeltà al loro partito a quella al sindaco solo per conservare la poltrona, sia i vertici di Terra di Lavoro che vedono così disintegrarsi una roccaforte rossa. E mi chiedo come il vicesindaco ed il suo sodale oseranno ancora auto-definirsi dirigenti provinciali dopo che non hanno neanche più una sede cittadina, e oggi come oggi rappresentano realmente solo loro stessi”.