SANT’ARPINO. Uno scontro e la vita di Valerio Angelino si conclude sull’asfalto. E’ morto nella mattinata di ieri Valerio, trenta anni gestore di un negozio di profumeria e cosmetica in via della Libertà all’angolo con via I Maggio.
Proprio nelle immediate vicinanze della sua abitazione, dove viveva insieme alla mamma Angela, casalinga, al padre, Vincenzo (da tutti conosciuto come Peppino), che si occupa del commercio all’ingrosso di prodotti per parrucchieri. Terzo di quattro fratelli, tutti maschi: due sposati e uno, l’ultimo, ventenne che abitava con lui, Valerio era in sella alla sua moto, una Kawasaki di grossa cilindrata, e attraversava una delle arterie principali del paese, quando si è verificato lo scontro. Erano le 9 e 30 circa. La moto è sbalzata su una Fiat 500, vecchio tipo di colore azzurro scuro, e Valerio è morto sul colpo. Sull’asfalto anche una giovane, la fidanzata di Valerio, una straniera che lavorava nel suo negozio. La giovane donna, Purcea Alina Cristina, rumena (priva al momento dell’impatto dei documenti), è stata poi trasportata dall’autoambulanza del 118 all’ospedale Giuseppe Moscati di Aversa, dove attualemte si trova in condizioni gravi. Per lei i medici del nosocomio della città normanna non hanno, infatti, ancora sciolto la prognosi. La caduta le ha provocato una frattura al cranio. L’automobilista della 500 pare, invece, non aver riportato nessuna ferita. La donna, alla guida dell’auto, non è stata notata sul luogo dell’incidente durante i rilievi effettuati dai vigili urbani. Pare, infatti, sia stata colta da un attacco di panico e dunque sia stata allontanata (e risultava ancora sedicente nella tarda serata di ieri). L’auto però era ancora in strada ed è rimasta lì per tutto il tempo necessario ad effettuare i rilievi. Anche il corpo di Valerio è rimasto sull’asfalto per qualche tempo: è stato infatti necessario attendere l’arrivo del magistrato. La salma è poi stata trasportata, con l’auto delle onoranze funebri dei fratelli D’Amodio, presso l’obitorio dell’ospedale Civile di Caserta. E’ stata la polizia municipale di Sant’Arpino a mobilitarsi per prima e ad arrivare immediatamente sul posto, precisamente in via Rodari nei pressi della scuola media Vincenzo Rocco. Lo schianto si è verificato intorno alle nove e trenta. Evidentemente Valerio era andato a prendere la ragazza per accompagnarla sul posto di lavoro. Ma nel negozio sotto casa di Valerio i due non ci sono mai arrivati. Il viaggio sulla moto è terminato nei pressi della casa comunale a poca distanza dalla meta prefissata dai due compagni di vita. La dinamica dell’incidente ancora tutta da ricostruire. I vigili urbani insieme alla polizia e ai carabinieri, anch’essi giunti sul posto, hanno avviato tutte le indagini per ricostruire i momenti che hanno preceduto l’impatto e le cause dello stesso. Pare che al momento dell’incidente i due centauri non indossassero il casco. Ma tutto è ancora da definire chiaramente. L’impatto è avvento nei pressi dell’incrocio tra via Rodari e via Matteotti. La causa del sinistro sarebbe stata una mancata precedenza, ma non si esclude il concorso dell’altro mezzo di trasporto. La polizia municipale ha lavorato l’intera giornata per ricostruire l’episodio ed inviare tutti gli atti alla Procura. Sarà adesso il magistrato a decidere il da farsi. Per la conducente della Fiat Cinquecento, secondo la prassi, dovrebbe scattare la denuncia per omicidio colposo. In questi casi infatti è quasi d’obbligo l’apertura di un’inchiesta e la successiva procedura processuale. Intanto resta il fatto che un altro giovane ha perso la vita sull’asfalto. Un trentenne, che guardava al futuro con gioia e speranza, ha visto spegnersi tutti i suoi desideri in sella ad una moto. La strada miete vittime nonostante tutti i progetti di sicurezza paventati e messi in atto da amministratori e forze dell’ordine. Inevitabile dunque, oggi come ieri, il fioccare di polemiche. E di certo non mancheranno accuse e recriminazioni. Ma domani è un altro giorno. Ieri Valerio è morto ed oggi i suoi cari sono raccolti nel silenzio delle pareti domestiche.
dal Corriere di Caserta, giovedì 13.09.07 (di Luisa Conte)
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