Vico Equense, la compagnia Stabile al Teatro Mio

di Redazione

VICO EQUENSE (Salerno). Il festival di teatro comico “Torre d’oro” continua con lo spettacolo più atteso. Sabato 22 dicembre la Compagnia Stabile di Teatro Mio metterà in scena “Meno male che c’è Attilio”, di Bruno Alvino.

Un commedia in due atti che, a seguito delle numerosissime richieste,verrà presentata anche nei giorni 26, 27, 28, 29, 30 dicembre e 3, 4, 5, 6 gennaio. In questa rappresentazione teatrale vivono diverse vicende, animate da personaggi particolari e diversi tra loro. Le varie storie appaiono tutte sullo stesso piano, ma lo spettatore sarà messo in condizione di individuare quella cardine. I protagonisti, ognuno dei quali ha una propria e precisa identità, rimangono singolari ma anch’essi sempre al servizio della coralità. “L’idea di base è che tutti siano protagonisti – spiega Bruno Alvinoe che il pubblico non debba riuscire ad individuarne uno in particolare, affinché il vero protagonista resti ‘l’uomo’ nel suo rapporto continuo col resto dell’umanità. Scene e costumi contribuiscono a dare un’ immagine realistica, il più possibile, dei fatti che accadono”. Il percorso drammaturgico pone due giovani amici a confronto, dopo anni nei quali si erano persi di vista. Andrea Carolei, giovane laureato in legge e Attilio Coscienza, amico ritrovato, emigrato in Europa ed in vacanza a Napoli per l’estate. Il primo crede di potersi fidare di Attilio, in virtù del valore che egli dà all’amicizia, l’altro, invece, antepone le proprie esigenze, i propri interessi al sentimento. Nicola, nonno di Andrea, sullo sfondo osserva e grazie alla sua esperienza intuisce lo sviluppo dei fatti ma preferisce tacere, affinché il nipote faccia esperienza. Coscienza, infatti, approfittando della stima e dell’ammirazione che Andrea nutre per lui, lo spinge e convincendolo a vendere un terreno ereditato che si trova a Casoria. Il ricavato dovrebbe servire all’apertura di un pub in società, consentendo all’uno di creare una lucrativa doppia attività, all’altro di tornarsene dall’Inghilterra e sistemarsi definitivamente in Italia. Non andrà precisamente così, Andrea rimarrà ferito e deluso alla fine della vicenda, vorrebbe ricredersi sul valore dell’amicizia, ma il caro amico di famiglia Celestino ed il nonno lo rincuorano, dimostrandogli che nell’umanità il male ed il bene non stanno separati e da una sola parte. “O munno- come dirà lo zio Raffaele, affetto da turbe psichiche– è un unico bidone di mondezza……”.

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