Pacciarelli sul precariato: “Rischio di conflitto generazionale”

di Redazione

precariSANT’ARPINO. Giovanni Pacciarelli, candidato alle primarie del 14 ottobre con la lista regionale “Campania Democratica per Iannuzzi”, nel corso di un incontro, molto cordiale, con alcune associazioni giovanili del territorio, in merito alle problematiche del precariato e del lavoro giovanile, …

…ha dichiarato: “La profonda trasformazione conosciuta negli ultimi decenni dalla società e dal mercato del lavoro italiano impongono una ricostruzione del nostro sistema nazionale dei diritti e delle tutele. Il rischio è quello del sorgere di un conflitto generazionale tra chi oggi è tutelato e chi invece resta escluso da un sistema di diritti spesso rivolto al passato, non più attuale e spesso farraginoso. Riforma del sistema pensionistico e riforma degli ammortizzatori sociali, accompagnate da una profonda ridefinizione del mercato del lavoro, sono questioni fondamentali, sulle quali il Partito Democratico deve essere impegnato da subito senza alcuna esitazione. Con la deregolamentazione del mercato del lavoro degli scorsi anni, la politica e le forze sociali hanno oggi una responsabilità non più rinviabile: quella di prosciugare le sacche di precarietà che affogano le speranze e i progetti di vita delle giovani generazioni del nostro Paese. La flessibilità deve essere l’eccezione, non la regola, così da divenire un’opportunità reale. Per fare questo è necessario, in primo luogo: riconsiderare il lavoro a tempo indeterminato come la forma di lavoro normale, come affermato nella Finanziaria col taglio del cuneo fiscale e sul quale il governo gioca la sua carta principale rendere la flessibilità più costosa del lavoro a tempo indeterminato, per scoraggiare l’uso della stessa flessibilità”.

A margine dell’incontro, il candidato all’assemblea regionale del Pd, si è soffermato sul breve trafiletto, pubblicato dai giornali, ad opera del consigliere Guida: “Non capisco la meraviglia di Guida, io ho cercato semplicemente di descrivere la realtà dei fatti, il mio non era, e non è, un giudizio personale, ma politico. D’altro canto non mi meraviglio che la risposta sia arrivata non dal diretto interessato, ma da un suo pessimo sosia. Per esemplificare il loro modo di essere, basta riportare, quanto le segreterie cittadine dei Ds e della Margherita, dichiararono all’indomani dalle costituzione del fantomatico gruppo di cui il consigliere Guida fa parte: Questi uomini, che per anni non hanno partecipato a nessuna forma di dibattito politico nelle sedi deputate e che, in alcuni casi, nemmeno hanno rinnovato le tessere dei loro partiti, hanno pensato che nel nuovo Partito Democratico si poteva entrare anche per altra via. O, ancora più protervi, hanno pensato che il partito Democratico lo potevano costituire loro stessi, come tentarono di fare anche con l’Unione. La costruzione di un partito non è un parto indolore, isolato dal contesto sociale, per questo si deve dire con chiarezza che cosa si nasconde dietro la disperata ricerca di un’identità perduta. Il dovere di chi crede nel Partito Democratico è quello di avere il coraggio di denunciare ad alta voce ogni occupazione abusiva degli spazi del nascente partito. Il mio reale posizionamento è quello attuale, sempre con chi si oppone, senza se e senza ma alla giunta Savoia”.

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