SANTARPINO. Ho appreso nei giorni scorsi dai giornali la notizia della nomina di Carlo Savoia alla carica di Presidente del Ciis, il consorzio di comuni che avrà limportante compito di fornire servizi socio-assistenziali a numerosi centri della nostra Regione. Non posso che congratularmi con quanti hanno indicato il fratello minore del sindaco di SantArpino a questa importantissima carica.
Sceglie la strada dellironia Ernesto Capasso per commentare quella che è, senza ombra di dubbio, la notizia del giorno nel comune atellano. Non a caso lex vicesindaco afferma di non potersi esimersi dal formulare le mie più sentite congratulazioni al Presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, a tutti quei sindaci e a quegli amministratori che hanno dato il proprio assenso a tale indicazione. Una scelta quella di Carlo Savoia che davvero può rappresentare lemblema di certe decisioni che non hanno né capo né coda né dal punto di vista politico, né tantomeno da quello manageriale o amministrativo. Carlo Savoia, fratello minore del sindaco, sul piano politico è, ad essere buoni, una figura anomala visto che è senza ombra di dubbio un personaggio ambiguo che in tutti questi anni, con il consenso del fratello, ha spaziato come se nulla fosse dal Ppi a Forza Italia fino al Pd. Un uomo dalla difficile collocazione e che forse è possibile solo classificare come trasformista o voltagabbana, sempre politicamente parlando. Se poi vogliamo analizzare la sua carriera da manager pubblico non possiamo che celebrare nella giusta misura i risultati raggiunti quando è stato al vertice di società quali il Consorzio Casoria Ambiente e quello CE4. Risultati talmente brillanti che hanno contributo a portare le due società sul lastrico. Certo che poi rappresenta lideale mettere a capo di un sodalizio che si occupa di servizi sanitari, sociali ed assistenziali un personaggio che fino ad oggi ha lavorato nel settore dei rifiuti. Lunica mia preoccupazione seria è quella per la fine che faranno i soldi pubblici in mano ad un manager che finora è riuscito a collezionare solo fallimenti. In realtà cè poco da sorprendersi innanzi a situazioni del genere, soprattutto per noi santarpinesi che in tutti questi anni stiamo provando sulla nostra pelle e sulle nostre tasche la bramosia di potere dei fratelli Savoia e dei loro sodali. La politica per Carlo, Giuseppe e qualche altro amico, è solo un mezzo che per raggiungere risultati che non hanno nulla a che vedere con la cosa pubblica. Non a caso in questi giorni sono impegnati in unaltra battaglia campale: fare di tutto per assicurarsi il posto di Direttore Generale della Provincia di Caserta. In questo caso il grande manager prescelto dovrebbe essere un ingegnere santarpinese, situazione degna dei migliori scandali scoperti da Marco Travaglio. E così fra la corsa ad una poltrona e laltra i problemi per tutti gli abitanti di SantArpino rimangono irrisolti. In questi giorni i nostri concittadini hanno visto arrivare nelle loro case un altro bel regalo: laumento a dismisura della TARSU. Un vero e proprio affronto se si considera lo stato in cui versano le strade cittadine da diversi mesi a questa parte. E come tutti sanno tali soldi finiranno nel solito calderone di incarichi dati a consulenti esterni amici degli amici, auto blu, portavoci e portaborse e così via. Insomma SantArpino si trova in mano a personaggi politicamente squallidi che avvalendosi della politica pensano esclusivamente a tirare acqua al proprio mulino, mentre i vassalli che stanno intorno a loro fanno finta di non accorgersi della gravità della situazione in cui è caduto il nostro centro. Per questo ritengo che sia dovere di tutti noi che siamo allopposizione appellarci alle forze sane e nuove in modo particolare ai giovani, che saranno il motore del cambiamento, per costruire tuttinsieme unazione programmatica seria che serva a gettare le basi del riscatto della nostra comunità che dovrà necessariamente passare dal rimettere al centro le problematiche che interessano i santarpinesi e non quelle che stanno a cuore al Savoia e ai suoi amici, ai quali preciso ho da muovere critiche sul piano politico e non personale.