Il giuglianese da area “disordinata” allo sviluppo

di Redazione

Giugliano - Via Palumbo (foto dal sito Prolocogiugliano.it)GIUGLIANO (Napoli). Il territorio Giuglianese (Calvizzano, Giugliano, Marano, Melito, Mugnano, Qualiano e Villaricca) ha vissuto negli ultimi 20 anni una profonda trasformazione, da territorio agricolo che produceva qualità eccellenti di prodotti ortofrutticoli è diventato una grande periferia nell’area metropolitana di Napoli.

Con un numero sempre crescente di abitanti, senza attività economiche di particolare rilevanza, senza funzioni culturali, amministrative e sociali adeguate all crescente livello di densità demografica. Il territorio in questione non sfugge alla legge delle tre “D”, che contraddistingue la crescita che si registra nelle Regioni del Sud, ed in particolare in Campania.

La crescita economica e sociale in Campania è disordinata, disomogenea e diseguale e non può essere definita “Sviluppo”. Lo Sviluppo è infatti una crescita armoniosa della economia, della cultura, della vita sociale e politica di un territorio, che in questo modo vede affermare una qualità della vita ed una organizzazione sociale condivisa e partecipata dei cittadini, che insieme alle istituzioni governano i processi di cambiamento e l’evoluzione de territorio.

In questo contesto, per il territorio Giuglianese gli obiettivi devono essere mirati, innanzitutto a progettare con una visione che supera l’asfittica realtà del territorio dei singoli Comuni e comprender che organizzare lo sviluppo su area vasta consente risultati migliori e molto più veloci.

Gli interventi vanno suddivisi tra l’adeguamento delle infrastrutture e dei servizi alla crescita del territorio: ospedali, trasporti,scuole, sedi universitarie, centri di ricerca, attrezzature per il tempo libero (teatro,centri sportivi, strutture per la musica e per eventi).

D’altra parte occorre immaginare lo sviluppo di attività economiche che servano all’aumento dell’occupazione ed alla crescita delle imprese sul territorio.

Uno dei settori che deve essere assolutamente esplorato è quello del risparmio energetico, con la conseguente produzione della energia elettrica con modalità alternative a quelle attuali.

L’intero patrimonio immobiliare del territorio, abbastanza giovane di costruzione, può essere il terreno di applicazione di produzione di energia solare o fotovoltaica, oppure da biogas, legata allo smaltimento dei rifiuti organici.

Riuscire a strutturare un percorso economico di questo tipo ha lo stesso valore della scoperta di un nuovo pozzo di petrolio, ha la stessa redditività, ma con la differenza che non inquina e non immette anidride carbonica nello spazio.

Attualmente la crescita nella Provincia di Napoli è quasi pari allo zero ed il tasso di occupazione è sceso al di sotto del 50% degli abitanti, in questo modo si sta verificando una condizione critica, alla quale deve essere messo mano in tempi brevi, altrimenti il recupero sarà difficile e lungo.

Una delle indispensabili decisioni che devono essere assunte è la costituzione della Area Metropolitana, che serva a razionalizzare la spesa, a programmare su area vasta le opzioni di sviluppo, indirizzando i finanziamenti europei verso attività di crescita.

Organizzazione del territorio, scelte di innovazione delle istituzioni locali, riforma della gestione dei fondi europei e risanamento del bilancio Regionale sono le condizioni necessarie per cominciare percorsi di sviluppo possibile.

Riforma della politica e rinnovamento della classe dirigente sono il naturale corredo ad una nuova politica dello sviluppo per la Campania”.

Abbiamo deciso di riportare in questo articolo, quanto abbiamo presentato al Convegno che si tenne a Marano il 22 Aprile dello scorso anno in cui fu presentata una ricerca sull’area Giuglianese e furono tracciate le line di intervento concrete su cui indirizzare i finanziamenti europei previsti dal nuovo programma di sostegno alle Regioni in ritardo di sviluppo per gli anni 2007 – 2013.

Ad un anno di distanza, abbiamo dovuto registrare l’emergenza rifiuti e la conseguente crisi degli allevamenti di bufale e della produzione della mozzarella, che hanno coinvolto gran parte del territorio campano ; in questo modo si è evidenziato la gravità di una situazione che si aggrava con il trascorrere del tempo.

In quel convegno abbiamo sviluppato una lettura del territorio che rappresenta correttamente i problemi della crescita dissennata dell’area.

Abbiamo la netta consapevolezza che di tempo non ce ne sia più, che occorrono interventi di risanamento immediati del territorio e nuove politiche di sviluppo. Con i vecchi sistemi non si va molto lontano, con la speculazione sulle aree fabbricabili non si ottiene sviluppo, con l’illegalità si paga tutti, per lo sviluppo abbiamo bisogno di una nuova rivoluzione culturale per riprendere il cammino interrotto.

Occorre una vera e decisa mobilitazione delle istituzioni locali, degli imprenditori e dei sindacati per rilanciare il Patto per lo Sviluppo dell’Area Giuglianese in cui la velocità dei tempi di attuazione dei provvedimenti individuati sia accelerata al massimo, perché c’è poco tempo per evitare il degrado definitivo del territorio.

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