SANTARPINO. Il 28 dicembre scorso il Sole 24 ore pubblicava questo piccolo editoriale Emergenza rifuti. Campania datti una mossa. video
Si leggeva: A Napoli qualcosa si è mosso.Negli ultimi giorni la raccolta dei rifiuti è ripresa in quasi tutti i quartieri. Ma lemergenza rimane: si è solo spostata nei paesi intorno. E nessun problema strutturale è stato affrontato e risolto: la ricerca di una discarica o di un centro di stoccaggio fa ormai parte della quotidiana frenesia degli amministratori locali. Eppure quattordici anni fa il Governo centrale affidava al prefetto di Napoli poteri straordinari di fronte allinefficienza delle strutture di smaltimento rifiuti e la sempre più palese presenza della camorra, ribattezzata per loccasione ecomafia. Nel 1996 ulteriori poteri commissariali sono stati affidati allallora presidente della Regione Campania. Poi i poteri sono tornati al Prefetto e infine, lo scorso anno, al responsabile della Protezione civile, che, tuttavia, dopo pochi mesi ha anchegli dovuto gettare la spugna. Ora i sindaci vogliono rivolgersi al Presidente della Repubblica. E se cercassero, invece tutti, ma proprio tutti, gli abitanti della Campania, di affrontare e risolvere da soli il problema?. Pare che questa domanda abbia trovato una risposta. A partire da Pianura, dove purtroppo si è andati un po sopra le righe, in tutti i paesi, ormai, i cittadini stanno facendo sentire la propria voce, organizzandosi in comitati o movimenti spontanei per cercare una definitiva soluzione. Si promuovono incontri e dibattiti con esperti, medici, magistrati soprattutto per cercare di capire, giustamente, se ci potrebbero essere conseguenze sulla salute pubblica. Intanto sta per uscire il film documentario Biutiful Cauntri, premiato allultimo festival del cinema di Torino, che testimonia in maniera agghiacciante gli effetti di anni di una disastrosa gestione delle politiche ambientali. Lopinione pubblica, dunque, si prende carico in prima persona del problema.
“BIUTIFUL CAUNTRI” |
Anche a SantArpino un gruppo di cittadini ha deciso di sensibilizzare la comunità e di proporre iniziative significative. Perché il problema potrebbe anche non esserci nel nostro paese, ma questo non ci esime dal preoccuparci. Si è scelto un nome semplice e incisivo: Contrammunezza, per indicare chiaramente qual è lobiettivo: trovare un modo per incidere sulle decisioni delle istituzioni, in modo da tutelare il diritto di tutti a vivere in un ambiente pulito e decoroso. Se vogliamo – affermano i promotori del comitato Franco Aimone, Marco Boragine, Rita Cicala, Giovanni Ciuonzo, Loredana De Rosa, Giuseppe DellAversana, Salvatore Soreca– è anche un modo per esorcizzare, come è nostra tradizione popolare, il ‘nemico’. Cancellare definitivamente la munnezza dalle strade, e (perché no) debellare il sistema di mala gestione, a chiunque sia addebitabile, che ha portato allo scempio attuale, sono le motivazioni che hanno dettato questa scelta. Arrivare al tanto sospirato ‘ciclo virtuoso dei rifiuti’ di cui si parla da anni, attivare finalmente una corretta e seria raccolta differenziata (ma perché comuni come Baronissi, Bellizzi, Castel San Giorgio, Mercato San Severino, Nocera Superiore possono farlo e noi no?), ridiscutere le modalità di riscossione della tassa sullo smaltimento dei rifiuti (è legittimo pagare per un servizio che non si ottiene?), sono questi gli obiettivi, magari entrando in contatto con i movimenti che stanno nascendo. Più in generale intendiamo stimolare la riflessione sul bisogno di ripulire, oltre allambiente, anche i nostri stili di vita, attuando una vera e propria ecologia del comportamento che elimini, una volta per sempre, le cause della periodica e non più sostenibile emergenza. Sono questi i proponimenti che intendiamo portare avanti nel nostro paese e sui quali intendiamo coinvolgere tutti, ma proprio tutti: commercianti, professionisti, sacerdoti, insegnanti, operai, casalinghe, farmacisti, medici, studenti, bambini, papà, mamme, nonni, impiegati, e soprattutto amministratori locali, passati, presenti e futuri. Ci attendiamo risposte positive. Lo dobbiamo ai nostri figli, lo dobbiamo a noi stessi.
Per adesioni: contramunnezza@libero.it