CASAL DI PRINCIPE (Caserta). Era il Salvo Lima della Camorra. Così lo scrittore Roberto Saviano descrive limprenditore Michele Orsi, ucciso dai sicari della camorra domenica pomeriggio a Casal di Principe, nel casertano.
Orsi, che era coinvolto nellinchiesta sulla gestione dei rifiuti del consorzio Ce 4, con laccusa di aver favorito i clan con fatture e altre operazioni, stava facendo nomi e cognomi di personaggi di spicco, rivelando gli intrecci tra camorra e politica, e a giorni avrebbe dovuto testimoniare dinanzi ai giudici.
Unauto della Guardia di Finanza presidia il fabbricato dove è chiuso in casa Sergio, fratello maggiore dellimprenditore, anchegli coinvolto nel procedimento giudiziario per le tangenti nello smaltimento rifiuti. Alluomoè stata concessa la scorta e il prossimo 17 giugno sarà chiamato a testimoniare. Al fratello Michele, invece, una decina di giorni fa era stata concessa la misura della vigilanza saltuaria.
Non era un pentito, era un dichiarante, era una vittima assieme al fratello: la loro società ha versato 15 mila euro al mese, per 4 anni, al clan mondragonese, sottolinea lavvocato di Orsi, Caro De Stavola, che critica anche le dichiarazioni dello scrittore Saviano: Il Salvo Lima della camorra? Assolutamente no. Chi lo ha sostenuto se ne assume la responsabilità. E parla della richiesta di una scorta: Orsi aveva paura, veniva ogni giorno nel mio studio, perchè era lunico posto in cui si sentiva sicuro.
Alcune perquisizioni sono state effettuate dalle forze dellordine. I magistrati della Direzione distrettuale antimafia hanno disposto lautopsia sul corpo delimprenditore, che sarà effettuata martedì e molto probabilmente il corpo verrà restituito ai familiari mercoledì.
I funerali potrebbero tenersi in forma strettamente privata giovedì, nella chiesa di Maria Santissima Preziosa, cheè vicina alla sua abitazione.
I clan hanno voluto lanciare un avvertimento ai politici, in vista della chiusura del processo Spartacus, che avverrà nei prossimi giorni. – ha poi continuato Saviano – Un evento che per i boss equivale al maxi-processo di Falcone e Borsellino a Cosa Nostra.