SANTARPINO. Un progetto meritevole che richiede il sostegno incondizionato e fattivo dellintera classe dirigente, della società civile e di tutti i santarpinesi.
Così il candidato a sindaco di Alleanza Democratica per SantArpino, Eugenio Di Santo, definisce lidea dellAssociazione Nostra Signora di Fatima-Oasi di Padre Pio di realizzare un Centro di Prima Accoglienza per extracomunitari ed indigenti.
Da sempre ho appoggiato, per quanto era nelle mie competenze, – dichiara il Di Santo – questo progetto dallaltissima valenza sociale che punta a dare delle risposte concrete a delle situazioni di indigenza e disagio che sempre più di frequente si propongono sul nostro territorio. Sia da consigliere comunale che da assessore alle politiche sociali ho cercato di venire incontro alle istanze del Gruppo di Padre Pio, che da anni sta profondendo energie e risorse per dare corpo a tale struttura. In questi giorni, invece, ci troviamo di fronte ad una bruttissima presa in giro da parte dellamministrazione comunale che invece di rimboccarsi le maniche per passare una volta e per tutte dalle parole ai fatti ha creato lennesimo specchio per le allodole facendosi beffa dellAssociazione Nostra Signora di Fatima e di tanti sodalizi cittadini di cui è stata carpita la buona fede e la volontà di contribuire a tale meritorio progetto. Mentre questi ultimi, infatti, sottoscrivendo il protocollo dintesa che li impegna a realizzare, almeno una volta lanno, iniziative ad hoc per la raccolta fondi da devolvere a questa nobile causa, la giunta Savoia sorvola sul proprio disinteresse alla questione. Ai nostri attuali amministratori pongo alcune semplici domande sperando di ricevere almeno in questo caso delle risposte. Vorrei sapere cosa ha fatto lesecutivo cittadino per far arrivare i tanto annunciati fondi regionali? Qual è la verità su questa vicenda sulla quale è calata il silenzio assoluto negli ultimi anni? E al di là di quanto accaduto fino ad ora credo che per arrivare allobiettivo che tutti noi vogliamo sia giunto il momento di coinvolgere tutta la cosiddetta società civile santarpinese. Basterebbe prendere a modello quanto fatto dal parroco di Succivo e coinvolgere fattivamente le imprese locali, tutte, e dico tutte, le associazioni, e non fare una cernita come accaduto in questo caso, stanziare fondi comunali ed attivarsi seriamente per attingere agli stanziamenti regionali. Un piano di lavoro organico che veda tutte le componenti sociali coinvolte e partecipi in quella, che se realizzata, rappresenterà un fiore allocchiello per lintera comunità locale. Insomma- chiosa il Di Santo- lesatto opposto di questo provvedimento estemporaneo posto in essere dal Savoia in pieno periodo elettorale, altro elemento non secondario che ci lascia ancora più perplessi e dubbiosi. Iniziative come la Casa di Accoglienza non hanno colore politico e non dovrebbero essere utilizzate per scopi di parte.