Castelvolturno, la manager dell’Asl Ce2 in visita al Centro Fernandes

di Redazione

Antonietta Costantini CASTELVOLTURNO (Caserta). A pochi giorni dal suo insediamento ai vertici dell’Azienda Sanitaria Ce2 la nuova manager Antonietta Costantini aveva dichiarato: “Ho intenzione di incontrare i rappresentanti del volontariato per tracciare una prima mappatura dei bisogni del territorio e porre le basi di una strategia comune di intervento”.

Mantenendo fede a questa innovativa impostazione di lavoro, la dottoressa Costantini mercoledì scorso ha fatto visita al Centro Fernandes di Castel Volturno considerato uno dei poli più significativi nel campo dell’immigrazione e della solidarietà in una delle aree fra le più problematiche dell’Azienda Sanitaria Ce2, il distretto 40 di Castel Volturno.

Ad accoglierla vi erano il dottor Antonio Casale, direttore del Centro ed il dottor Renato Natale presidente dell’associazione Jerry Essan Masslo. Il Centro, infatti, è anche sede operativa di questa associazione che da oltre 20 anni svolge volontariato con ambulatori medici e unità di strada, impegnate in quelle situazioni di frontiera difficilmente raggiungibili dalla normale attività istituzionale delle Asl.

La Constantini al Centro FernandesLa Costantini era accompagnata dal dottor Vincenzo Caporale, direttore sanitario del distretto di Castel Volturno, dal dottor Pasquale Di Girolamo, direttore del dipartimento per le attività territoriali dell’Azienda, e dal dottor Giuseppe Ortano, psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale con i quali il Centro Fernandes ha consolidati rapporti di collaborazione. Da poco infatti si sono tenute due importanti iniziative comuni coronate da un grande successo. Il convegno: “Migranti e Salute Mentale”, tenutosi a conclusione del lavoro triennale dell’Osservatorio di salute mentale per i migranti, e la “Festa Dei Popoli”, serata multietnica di gastronomia, musica e spettacolo, svoltasi nell’ambito della campagna di sensibilizzazione tra la popolazione immigrata per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Informata sull’ottima riuscita di queste iniziative la Costantini ha voluto visitare il Centro Fernandes per rendersi conto di persona delle felici sinergie realizzate e delle risorse esistenti sul territorio per nuovi impegni e progetti.

“…Avevo sentito parlare molto del Centro, ma non pensavo si trattasse di un’opera così grande e significativa…”. Queste sono state le parole della dirigente dopo una minuziosa visita agli ambulatori, alle camere da letto, alle cucine, alle aule, al grande piazzale esterno ed alla bella sala conferenze, dedicata a Giovanni Paolo II, dove si svolgono periodicamente manifestazioni e incontri di associazioni italiane ed etniche.

Particolarmente toccante è stato il momento dell’incontro diretto con i tanti ragazzi immigrati che stazionavano nella reception per chiedere informazioni, o nella sala pranzo in attesa di consumare il pasto. Fra essi anche molti con problemi di salute di varia natura assistiti dal Centro con i “budget di cura” o dimessi dai vari ospedali della zona a seguito di traumi da incidente stradale o infortuni sul lavoro. Il direttore ha così potuto presentare alla dirigente dell’Asl la particolare emergenza derivante dalle degenze post-ospedaliere che rappresentano un problema molto frequente per gli immigrati che si trovano soli e senza famiglia.

La Costantini ha trovato utile il confronto con i rappresentanti di questa realtà del volontariato: “Non si può rimanere insensibili di fronte alla portata delle tante difficoltà affrontate da chi lascia la propria patria. Lo stato di malattia rappresenta sicuramente un momento di grande fragilità materiale e psicologica. Le degenze ospedaliere prolungate per mancanza di supporti sociali adeguati rappresentano oltretutto un costo elevato ed inutile per la stessa Azienda Sanitaria e l’incontro con gli operatori volontari e gli immigrati è stato altamente interessante e istruttivo per continuare con maggiore consapevolezza le azioni già avviate di implementazione dei servizi sul territorio e per studiare più adeguate ed efficaci strategie di intervento, valorizzando al massimo le immense risorse del volontariato e della società civile già così attive nel campo socio-sanitario”.

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