“Terra promessa 2”: 8 discariche abusive sequestrate e 17 indagati

di Redazione

DICARICA ABUSIVACASERTA. Strettamente connessa all’operazione “Terra promessa”, questa mattina, le Squadre Mobili delle Questure di Caserta e Napoli e la Guardia di Finanza, coordinati dalla Dda, hanno dato inizio a “Terra promessa 2”.

Il neo collaboratore di giustizia Gaetano Vassallo, imprenditore di Cesa, alla cui famiglia lo scorso giugno era stato eseguito un sequestro di beni pari a 42 milioni di euro, ha contribuito all’individualizzazione di discariche abusive, situate tra Napoli e Caserta, in cui venivano sversati oltre ai ‘normali’ rifiuti anche quelli tossici e nocivi. Ben otto i siti posti sotto sequestro probatorio e 17 persone indagate con accuse di associazione mafiosa e disastro ambientale aggravato dalla finalità mafiosa.

Vassallo ha spiegato agli investigatori il fitto legame tra lo smaltimento di rifiuti tossici e il “clan dei casalesi”, in particolare il collaboratore di giustizia ha parlato di Francesco Bidognetti (alias Cicciott ‘e Mezzanott) e di altri imprenditori come Gaetano Cerci, Cipriano Chianese (titolare della Resit, nell’area ex Indesit) e i fratelli Elio e Generoso Roma,già precedentemente indagati per gli stessi reati.

I siti dove, talvolta, venivano scaricati anche rifiuti speciali, come gli scarti provenienti dalle sale operatorie e dall’esumazione dei cadaveri, sono i seguenti: una discarica in località Schiavi a Santa Maria a Cubito di Giugliano gestita, in precedenza, dalla Novambiente dei fratelli VassalloM la cava Giuliani in località Schiavi-Masseria del Pozzo a Giugliano gestita da Raffaele Giuliani; un terreno (in apparenza agricolo) in località San Giuseppiello a Giugliano di proprietà di Cesario Vassallo; un appezzamento terriero di ciliegi a 50 metri dal precedente appartenente a Nicola e Renato Vassallo; un terreno agricolo sulla strada Trentola-Ischitella; due discariche abusive in località Torre di Pacifico del comune di Lusciano e, infine, una discarica,confinante con quella dei fratelli Vassallo, in località Schiavi a Giugliano gestita dal consorzio “Na1”.

L’attività di smaltimento illecito, che perdura in Campania da circa un ventennio, ha permesso a molti imprenditori una scalata economica in cui i ricavi, ottenuti illegalmente, venivano riciclati attraverso l’acquisto di beni immobili. Per tale motivo, questa mattina, nell’ambito dell’operazione “Terra promessa 2”, sono state sequestrati a Cipriano Chianese 39 immobili, sei appezzamenti terrieri e una somma di denaro pari a 19 milioni di euro.

Il traffico di rifiuti nocivi, provenienti nella maggior parte dei casi dalle industrie del nord Italia, ha determinato gravissimi danni all’ambiente nonché alla salute pubblica tanto che nelle zone dove, nel corso degli anni, sono state sversate le scorie sono scomparse sia la flora che la fauna determinando uno stato di totale degrado del terreno. Imprenditori senza coscienza, quindi, che si accordavano con industriali del nord pronti a tutto pur di scavalcare i costi d’impresa e liberarsi facilmente dei rifiuti tossici.

Circolo vizioso che viene espresso, eloquentemente, da dichiarazioni di Gaetano Vassallo: “In poche parole tutto il sistema dei rifiuti, sia gli Rsu che i rifiuti speciali, nelle diverse fasi della gestione stessa (trasporto, smaltimento e raccolta), era completamente gestito e controllato dalla criminalità organizzata. Chi lavorava nel settore dei rifiuti lo faceva se e solo se era stato preventivamente individuato dalla criminalità organizzata e questa dava il suo placet”.

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