Vico Equense, “…cuntanno e cantanno”: i racconti di un tempo

di Redazione

Vico EquenseVICO EQUENSE (Napoli). “L’idea è quella di dar vita all’atmosfera da cortile e da ‘loggetella’ che si creava quando da bambino con nonni, zii e genitori ci si riuniva dopo una festa, o dopo una giornata di lavoro nella terra”.

Con queste parole Bruno Alvino e Luigi Staiano, descrivono il loro “…cuntanno e cantanno”, che andrà in scena domenica 3 agosto, ore 21, al Chiostro della Santissima Trinità. Il programma “Estate a Vico 2008” continua, quindi, con un appuntamento con il teatro e la musica popolare che evidenzia l’importanza della riscoperta delle proprie radici. “In passato i vecchi raccontavano delle storie – spiega Luigi Staiano – e talvolta erano talmente strane che veniva da pensare potessero essere inventate al momento. Così era per i canti, detti ‘a fronna ‘e limone’. Erano canti di sfottò, con allusioni non sempre percepite. Quelle atmosfere suscitavano, in noi bambini, emozioni mai più dimenticate; il nostro obiettivo è ricreare lo stesso ambiente e trasmettere al pubblico le stesse emozioni”. L’allestimento sarà semplice. Narratori, cantori assumeranno il ruolo di nonni, zii, genitori e reciteranno un testo tratto da ‘Lo cunto de li cunti’, che è una raccolta di novelle scritte da Giambattista Basile, edite fra il 1634 e il 1636 a Napoli. “Raccontare tutti i brani non sarebbe stato possibile, allora si è pensato di far ascoltare al pubblico solo l’introduzione – aggiunge Bruno Alvino – che rappresenta il racconto chiave per tutti gli altri. Narra delle vicende di Zoza, bellissima principessa, e di come alcune ‘vaiasse’ furono chiamate a corte per ‘cuntare tutte li cunti’”.

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